La guerra in Ucraina prosegue sotto gli occhi attenti dei commentatori internazionali, soprattutto occidentali. A riempiere le prime pagine dei principali quotidiani italiani, oggi, il bombardamento di un centro commerciale di Kremenchu, la città industriale dell’oblast’ di Poltava, situata sulle rive del fiume Dnepr. Nel mirino dei media, l’aviazione russa, colpevole – almeno così pare – del massacro di 18 persone, nonché di 50 feriti e decine di dispersi. Se la gran parte dei giornali nostrani si è già accordata sul bersaglio contro cui scagliarsi, non bisogna sottovalutare la ‘nebbia di guerra’, quel filtro opaco che rende difficile distinguere, a un occhio attenti, i carnefici dalle vittime.
Cabras: “C’è un nemico metafisico verso cui i media si scagliano”
“Le guerre non sono mai chirurgiche e precise, hanno enormi sbavature che comportano la morte di civili. E non fa eccezione questa guerra. L’errore voluto da parte dei media è quello di leggere tutto attraverso il filtro emozionale per cui certi episodi vengono ingigantiti e attribuiti a un ‘nemico metafisico’. Uso l’espressione che ha usato Papa Francesco, il quale ha detto che gran parte della stampa sta facendo la divisione tra buoni e cattivi come in una favola, con un nemico che ha una cattiveria metafisica. Non funziona così. Gli errori compiuti nelle guerre passate dagli occidentali ci inducono a essere prudenti nel giudizio, quindi a non ragionare in buoni e cattivi”.
“Non facciamoci trascinare da questa visione perché altrimenti poi ci troviamo di fronte a frasi come quella pronunciata ieri da Mario Draghi, cioè che le sanzioni non stanno funzionando e dunque ne vanno messe di più. Gli effetti poi li vediamo nelle nostre bollette, nella distruzione della nostra economia. E tutto a che pro? Per sconfiggere un nemico metafisico? Non ha senso, dobbiamo trovare delle soluzioni in cui tutti facciano i conti con i propri limiti e i propri difetti storici, con il modo in cui hanno maneggiato la questione ucraina“.
Duranti: “Qual è la verità? Qualcuno può dircelo?”
“Non è che io vinco la guerra se bombardo un centro commerciale. Non ha senso. O non è vero o si sono sbagliati a colpire l’obiettivo. Se non è vero deve darcene conto l’informazione. Se hanno sbagliato devono ammetterlo. Nessuno si pone la domande perché e se è vero quanto sarebbe accaduto”.
“C’è qualcosa che non comprendiamo. Era un deposito d’armi o un centro commerciale? Qual è la verità? Qualcuno può dircelo? Ecco perché la guerra è il più grande errore. Durante le guerre è divenuta abitudine mettere centri operativi e magazzini di armi vicino ai civili. Una volta si scappava per evitare di coinvolgerli, oggi si usano come scudi umani. Possibile ci fosse un deposito d’armi in un centro commerciale. Come quando dai le armi ad un civile e lo trasformi in un soldato”.