“A Roma si direbbe così: Salvini, magna tranquillo“. A pronunciare queste affermazioni è l’attuale prima cittadina della Capitale, Virginia Raggi, in risposta alle recenti affermazioni del ministro Salvini, che ha aperto la possibilità che il suo partito possa sedere sulla poltrona di primo cittadino del Campidoglio.
“Roma è una città complicata da governare, è immensa. Ha bisogno di un’attenzione quotidiana” ha affermato in un’intervista il leader della Lega “quando ho due minuti preferisco comunque fare due passi per la città, tra la vita reale e i romani che mi dicono ‘Daje Mattè!‘“.
E se veramente quel ‘daje Mattè’ si traducesse in un eventuale insediamento in Campidoglio? Come potrebbe essere un’ipotetica giornata tipo di Salvini come sindaco della Capitale?
Facendo appello a tutte le azioni di stampo salviniano degli ultimi anni, non possiamo fare a meno di immaginarlo, tra una conferenza istituzionale e l’approvazione di un altro piano per l’emergenza rifiuti, pregustare la pausa pranzo in un’osteria vicina al Campidoglio. E, se la classe non è acqua, il politico che, dai suoi primi vagiti elettorali in Lega, lotta per portare in auge i prodotti made in Italy, non potrebbe esimersi dal circumnavigare tutte le osterie, alla ricerca spasmodica della migliore versione di uno dei piatti simbolo della tavola romana: la pasta alla carbonara.
Sedia ben inforcata sotto una classica tovaglia bianca e rossa e forchetta alla mano, il Nostro affonderebbe con gusto i suoi denti nel primo rigatone del tipico piatto romano, attento ad ogni possibile nota stonata e fuori contesto della tipica ricetta romana. Al bando la pancetta e il parmigiano quindi, dentro guanciale e pecorino, sulla scia della tradizionale filosofia della cucina romanesca.
Non potrebbe mancare un focus sull’ambiente e sull’emergenza rifiuti a Roma. Non meno di qualche settimana fa, il leader della Lega aveva dichiarato a “Quarta Repubblica” su Rete 4 che, mentre faceva “due passi in pieno centro e mi sono trovato in compagnia di tre topazzi così. E ci sono gabbiani più aggressivi degli pterodattili“. Se a Salvini piace tanto passeggiare, immaginiamolo allora mentre è in giro al centro di Roma e s’imbatte in uno dei tanti, odiati ‘toponi’.
Come risolverebbe, in quel caso, una problematica che Roma si porta dietro da millenni? Probabilmente nella mente del leader della Lega potrebbe far capolino l’idea di incrementare personale A.M.A. per il ripristino del decoro urbano, tanto che potrebbe andare di corsa in Campidoglio, piantonando la scrivania fino a quando non ‘partorisce’, insieme agli assessori, un piano d’attacco adeguato. Maggiore attenzione alla pulizia della rete fognaria, meno problemi di igiene, alla faccia dei ‘gabbiani pterodattili’ e dei piccioni ingrassati dalle molliche gettate da turisti e bambini, pratica che verrebbe messa al bando dal sindaco Salvini.
E, se qualche anno fa, il leader della Lega, in occasione dell’approvazione della legge Cirinnà, invitava i sindaci appartenenti al proprio partito a “disobbedire” e a non celebrare le unioni civili, nella veste di rappresentante dei cittadini romani, l’attuale ministro dell’Interno avrebbe qualche problema in più a sottrarsi di fronte alla richiesta, a fine giornata, di una coppia gay che gli chiede di unirli in matrimonio.
Il ‘lieto evento’ potrebbe procurargli non pochi interrogativi sull’attuare o meno la richiesta dei due innamorati, con il rischio che un evento istituzionale di questo tipo possa allungargli una giornata lavorativa al Campidoglio, già dalle premesse e dalle problematiche in città non tra le più rosee e meno impegnative. Altro che vita da ministro dell’Interno.