Correva l’anno 2019 e sotto gli occhi di tutti, ma proprio di tutti, un uomo e una donna inconsapevoli mettevano in atto le più antiche mosse del rituale del corteggiamento. Una love story così impossibile e intensa da far impallidire il migliore degli appassionati shakespeariani. Parliamo del matrimonio che più di tutti non s’ha da fare, del flirt che più di tutti non può trovare realizzazione, della complicità che più di ogni altra non potrà sbocciare. Come per Montecchi e Capuleti, per Paolo e Francesca, per Movimento 5 Stelle e Lega… Ecco il fotoromanzo della impossible-love story tra il sindaco di Roma Virginia Raggi e il vicepremier Matteo Salvini. Una love story a colpi di titoli, comunicati, interviste e conferenze stampa.
Capitolo 1 – La scintilla
Gennaio 2019, un agguato davanti a un asilo della Capitale indigna Virginia Raggi: “Qualcuno spieghi a Salvini – dichiara – che non basta mangiare una carbonara e twittarla per diventare romano d’adozione e Ministro dell’Interno. Su una cosa ha ragione, per Roma può fare sicuramente di più. La città sta ancora aspettando i 254 poliziotti che aveva promesso”. E’ il primo contatto, la prima scintilla, che come la più romantica delle storie inizia con un piccolo battibecco.
Coerentemente con le più note pratiche del corteggiamento, Salvini, che non può mostrarsi vulnerabile, fa il risoluto e punzecchia l’avversaria: “Caro sindaco Raggi, il ministro lavora per i cittadini. Ma ognuno faccia il suo mestiere. Non si possono fare i rally nella città, servono autobus puntuali e bisogna togliere l’immondizia, a Roma ci sono gabbiani che sembrano pterodattili”.
Capitolo 2 – L’invito
Febbraio 2019, gli scontri del dopo partita di Europa League tra Lazio e Siviglia spingono il giovane sindaco a lanciare un appello al Ministro: “Chiedo norme specifiche per fermare tifosi violenti e turisti incivili”. Lui accoglie la richiesta e fermi tutti… parte l’invito. “Sono pronto e disponibile ad approfondire i temi sollevati dal sindaco Virginia Raggi, che spero di incontrare presto al Viminale“. La reazione di lei:
Capitolo 3 – L’incontro
Si parla di turisti barbari e tifosi violenti. Lei fa richieste, lui le accoglie. Una chiacchierata formale, ma al punto giusto. Sguardi. Strette di mano. Sorrisi. A quando il prossimo appuntamento? Ci lasciano con l’annuncio di “prossimi contatti per mettere a fuoco gli strumenti normativi più efficaci”.
Capitolo 4 – La friendzone
Marzo 2019: le donne, si sa, tendono a lasciarsi andare emotivamente prima degli uomini. E così, mentre Virginia Raggi su La7 si sbilancia parlando di “buoni rapporti”, Salvini – forse per farsi bello con gli amici? – sferra il colpo. “La settimana scorsa – dichiara in collegamento su Rete 4 – facevo due passi in pieno centro e mi sono trovato in compagnia di tre topazzi così. A Roma qualcosa non funziona”. Ai più attenti, però, non sarà sfuggito un dettaglio. Oltre ai ‘toponi’, il Nostro nomina anche “gabbiani aggressivi come pterodattili”. Un chiaro ed evidente riferimento al loro primo contatto. Quello della scintilla, quello che ha portato al primo incontro, quello da cui tutto ha avuto inizio. Coincidenze?
Capitolo 5 – La quiete prima della tempesta
Aprile 2019, Virginia Raggi non cederà alle provocazioni. Poco importa se con le sue affermazioni Salvini ha mandato all’aria un’intesa che aveva tutte le carte in regola per diventare sempre più solida. Lei non risponderà. Non vuole litigare e nessuno riuscirà a provocarla. Nemmeno Floris.
Il buon Salvini però cerca un contatto. L’unica via che conosce, quella che in passato ha funzionato, è quella della provocazione. Lui sa che qualunque altro tentativo di avvicinamento finirebbe nell’indifferenza. Riuscirà il vicepremier a innescare una reazione nell’imperturbabile sindaco?
Capitolo 6 – Il finale?
Il climax, l’exploit, il picco massimo e inaspettato della vicenda. Non è la provocazione a smuovere Virginia Raggi. Non è la critica. Nemmeno la severità. E’ l’idea remota, sfiorata, lontana, di un Matteo Salvini sindaco di Roma a innescare la reazione. La gente propone lui e la Lega per la Capitale e Virginia, battagliera di classe, non le manda a dire: “Salvini, magna tranquillo!”
Un sorriso, una battuta, forse un invito a cena? O un pranzo, per non destare sospetti? Lo scopriremo nel prossimo episodio.
TO BE CONTINUED…
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