Lo Stato che mangia se stesso: vi mostro i due grandi assenti nei programmi elettorali

In una precedente pillola dicevo che il taglio della spesa pubblica è stato effettuato in tutte le cose per le quali esiste uno Stato e una comunità giuridicamente riconosciuta. Infatti abbiamo tagliato – oltre ai servizi generici – in tutta una serie di servizi pubblici. La spesa pubblica per servizi generici è stata dimezzata, sono stati fatti tagli nei servizi pubblici essenziali per oltre il 50%: la variazione complessiva della spesa pubblica a livello europeo vede l’Italia a fanalino di coda e il risparmio degli italiani è stato azzerato in circa 40 anni.

Oggi voglio soffermarmi solo su questi due concetti, mettendoli insieme. Da una parte, il taglio della spesa pubblica, che è l’unico motivo per esiste uno Stato: se uno Stato taglia pensioni, servizi, welfare, sicurezza, ambiente, istruzione, ospedali e sanità, quello Stato sta mangiando sé stesso. E perché uno Stato sta mangiando sé stesso? Perché ha preso delle decisioni di politica economica per le quali decise decenni fa di passare da un sistema di finanziamento interno pubblico a un sistema di finanziamento esterno privato, cioè andando a prendere i capitali non dal migliore offerente ma dal peggiore offerente a livello internazionale: per un sistema detto ‘di aste marginali’, lo Stato italiano da quarant’anni non compra il denaro dal migliore offerente, ma dal peggiore. Questo è un problema, è un vulnus italiano di cui nessuno parla, ed è un problema di cui non vedo traccia nei piani elettorali delle prossime settimane, nessun partito politico ha il coraggio di parlarne, ed è il problema dei problemi.

La seconda considerazione è il risparmio degli italiani: bisogna smetterla di credere alle favole di comunicazione, e cioè al fatto che gli italiani stiano bene perché è aumentata la fiducia, la spesa dei panettoni a Natale e delle colombe a Pasqua. Questi servizi giornalistici non servono a nulla, quello che conta è tutelare il risparmio degli italiani, e il risparmio deriva dalla differenza tra il reddito e il costo della vita. Questi sono i piani di politica economica che vorrei sentire dai partiti politici e che non leggo.

Malvezzi Quotidiani – L’Economia Umanistica spiegata bene