“Il tentativo di isolare la Russia dal sistema mondiale americano ha avuto un’imprevista, sorprendente conseguenza: la possibile fondazione di un sistema mondiale alternativo che potrebbe togliere il potere a quello esistente”.
Le parole che ho appena letto sono di Christopher Caldwell, giornalista americano non certo sospetto di posizioni filorusse o vagamente antioccidentale. Quella di Caldwell, dunque, va presa per quello che realmente è: una realistica e sobria analisi dei rapporti di forza, segnatamente dei rapporti di forza quale si stanno ridisegnando a partire dal conflitto ucraino scaturito in questo 2022 (ma preparato, come sappiamo, da lunghi anni di politiche imperialistiche della Nato almeno fin da dopo il crollo inglorioso dell’Unione Sovietica).
In effetti pare difficilmente negabile il fatto che con la volontà di isolare la Russia, la civiltà dell’hamburger abbia smosso un’ondata di dissenso e di opposizione su scala planetaria. Dirò di più: un’ondata di dissenso su scala planetaria che ora sta dando vita, sempre più marcatamente, alla costituzione (per ora ancora in fieri) di un blocco antagonistico antimperialista. Un blocco che, oltre a comprendere la cordiale intesa con la Cina, va ora a coinvolgere tutta una serie di paesi detti “non allineati” e che la civiltà del dollaro bollerebbe, con il solito lessico del padrone, come “stati canaglia” per il semplice fatto che non si piegano al dominio monopolare imperialistico di Washington.
Con buona pace di Francis Fukuyama, la storia non è affatto finita, anzi mai come oggi essa sta correndo veloce. Di più: sta ridisponendo in modo originale gli equilibri e sta preparando anche eventuali scenari dagli effetti ad oggi imprevedibili. Quel che è certo è che la volontà di isolare la Russia si è piegata nel proprio opposto: ha prodotto quella che, con Gianbattista Vico, chiameremmo l’eterogenesi dei fini. Si doveva isolare la Russia (questo l’obiettivo di Washington) e si è prodotto invece un rinsaldamento dei rapporti della Russia con tutti i paesi non allineati, in primis con la vicina Cina – con la quale la Russia ha istituito, anzi, ha rafforzato un già esistente nesso di cordiale intesa – ma poi anche con i cosiddetti BRICS e tanti alti paesi non allineati che in un modo o nell’altro sono uniti soprattutto da un fatto: dall’essere contrari al monopolismo atlantista dell’imperialismo del dollaro e che già su questa base possono creare fra loro nessi più o meno solidi di resistenza e di opposizione alla barbarie che si chiama progresso, all’interventismo umanitario del nuovo imperialismo etico che bombarda per i diritti umani che sgancia missili democratici e che pone in essere embarghi terapeutici.
Insomma davvero si sta ridisegnando un nuovo equilibrio su scala planetaria di cui siamo solo all’alba e che stiamo solo ora incominciando a intravedere. Quel che accadrà lo vedremo tra breve perché la storia è aperta, non è affatto finita anzi sta correndo veloce come mai prima.
Radio Attività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro