Leggiamo su Il Giornale un titolo che attira subito la nostra curiositas: ‘A Milano, il PD vota Draghi. Al Circolo spunta il volto del Premier’. Ebbene, è accaduto che presso il Circolo di Corso Garibaldi del capoluogo lombardo ha fatto la sua epifania, affisso in bella mostra, l’orgoglioso endorsement a beneficio di Mario Draghi, l”euroinomane di Bruxelles’, colui il quale partì da Goldman Sachs, passò per il panfilo Britannia nel ’92, poi venne il tempo che lo vide protagonista come Governatore della BCE, infine – e passiamo ai giorni nostri – divenne Presidente del Consiglio del cosiddetto ‘Governo dei migliori’: dei migliori guerrafondai, dei migliori sfasciacarrozze, dei migliori nemici dell’interesse nazionale.
Ebbene, è accaduto a Milano, dicevamo, testualmente sul Manifesto apparso presso il Circolo del PD si legge quanto segue: ‘L’Italia è stata tradita, il Partito Democratico la difende, e tu sei con noi?’. Vi sarebbe davvero da ridere, se solo non vi fosse da piangere. Innanzitutto, partiamo da questo rilievo: ‘L’Italia è stata tradita’. Quasi come se il tradito fosse stato Mario Draghi e l’Italia – affidata al banchiere di Bruxelles – fosse stata tradita perché si è liberata dalla sua presa, in qualche modo non vi è più sulla plancia di comanda l”euroinomane di Bruxelles’. Già di per sé vi sarebbe molto da dire su questo tema, se consideriamo il fatto che il vero tradimento della patria e dell’interesse nazionale sia semmai quando essa viene consegnata ai banchieri e agli ammiragli della finanza.
A ogni caso, tralasciamo questo dettaglio e passiamo al cuore della questione: il Partito democratico la difende, ‘e tu sei con noi?’. Intanto, è curioso pensare al Partito Democratico che difenda l’Italia, se consideriamo che da sempre la narrativa del Partito Democratico sta nel tutelare ciò che è sovranazionale, la globalizzazione, l’Europa, l’Erasmus, tutto ciò che in qualche modo va al di là dei confini della semplice patria. Anzi, larga parte della narrativa fondativa delle odierne Sinistre fucsia neoliberali e post-moderne sta nello screditare come provinciale, sovranista e gretto tutto ciò che abbia a che vedere in qualche modo con l’idea di patria e di Nazione.
Altro dettagli che non deve sfuggire è che a giudizio dei soloni del nuovo ordine mondiale turbo-capitalistico tinteggiato di fucsia, difendere la patria che è stata tradita significa appoggiare Mario Draghi, cioè il banchiere internazionale, ex Goldman Sachs ed ex Governatore della BCE. Qui siamo davvero al paradosso più puro. E poi chiedono ai potenziali elettori – o comunque ai cittadini di Milano – se anch’essi siano con loro. Non sappiamo quale sia la risposta dei cittadini di Milano naturalmente, però questa locandina davvero desta in noi un garbato sorriso e ci rivela come ormai la metamorfosi kafkiana delle Sinistre sia compiuta. Da tempo io non la chiamo nemmeno più ‘Sinistra’, la chiamo ‘Sinistrash’, per sottolineare effettivamente questo mutamento, questa metamorfosi kafkiana che ha portato la Sinistra a essere indistinguibile dalla Destra: non per caso, Destra bluette e Sinistra fucsia sono le due ali dell’aquila neoliberale o, se preferite, sono le due parti del partito unico neoliberale articolato, o se preferite del monopartitismo competitivo neoliberale.
Sotto questo riguardo, possiamo davvero dire che siamo del tutto al di là di Destra e Sinistra, o se preferite, Destra e Sinistra sono semplicemente protesi di consenso della civiltà dei mercati dominante neoliberale, ancora servono a impedire una comprensione piena dei rapporti di forza, e insieme a giustificare il dominio dell’alto, giacché Destra e Sinistra rappresentano a egual titolo l’interesse dell’alto. Aveva ragione Costanzo Preve, uno dei grandi teorici del superamento della dicotomia Destra-Sinistra, allorché sosteneva che fosse necessario per i padroni ideali e materiali del pianeta tenere in vita lo schema di orientamento identitario di Destra e Sinistra, anche quando esso non rispecchiava più i problemi reali. Anzi, soprattutto quando esso non rispecchiava più i problemi reali.
Infatti, l’obsoleta dicotomia di Destra e Sinistra ha una funzione precisa – dice Preve – nel tempo post-moderno e neoliberale: non serve a orientare razionalmente nei conflitti di oggi, al contrario serve proprio a impedire a tutti i costi che avvenga questo orientamento razionale e si proponga un conflitto verticale basso contro alto. Ecco, a proposito di avventure della dialettica, come le avrebbe definite Merleau-Ponty, oggi le avventure della dialettica hanno portato le Sinistre da rosse e anticapitaliste che erano, a diventare fucsia e filo-bancarie: davvero non male come metamorfosi kafkiana.
Radio Attività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro