La favola del paese “spendaccione” non regge più: siamo primi per virtuosismo ma questo non va bene

Almeno chi ha ruoli di guida morale del Paese, chi non guarda solo ai bilanci ma guarda anche alle anime, la smetta di credere alle favole del paese “spendaccione” e alzi la propria voce, il popolo ha sofferto abbastanza.

Il bilancio statale primario cumulato in un quarto di secolo (dal 1995 al 2019) ammonta a circa 762 miliardi di euro per l’Italia, contro i 627 miliardi di euro cumulati per la Germania: noi abbiamo fatto 140 miliardi in più. Tutti gli altri paesi hanno fatto risultati molto più modesti e molti paesi che ci criticano hanno fatto deficit primario e non surplus come noi, o comunque margini ben inferiori ai nostri. La si smetta allora di invocare politiche di rigore perché questo vuol dire surplus di bilancio.

La pillola di oggi merita un piccolo chiarimento: il surplus di bilancio dello stato si ha quando le entrate sono maggiori delle uscite, ovviamente sto parlando di surplus primario, cioè al netto della componente finanziaria (al netto degli interessi); si ha un deficit quando le uscite sono maggiori delle entrate.

Quello che vi sto dicendo è che, per un quarto di secolo, abbiamo fatto surplus primario (abbiamo fatto entrate maggiori delle uscite).
In poche parole: abbiamo aumentato le tasse su famiglie e, soprattutto, imprese e abbiamo ridotto la spesa pubblica, quindi siamo stati virtuosi, più di tutti gli altri, più della Germania, perché noi abbiamo accumulato 140 miliardi in più. Quindi siamo i primi per virtuosismo, sul podio.

Essere primi è un’arma a doppio taglio

Purtroppo non sono affatto contento di questo. Perché? Questo “essere i primi” è un’arma a doppio taglio. Se il surplus del saldo pubblico è maggiore di zero va in deficit il settore privato (famiglie e imprese) ed è esattamente quello che è successo: noi abbiamo fatto invocare (dai nostri politici) politiche di rigore ma si sappia che il rigore (cioè il surplus) della parte pubblica dei saldi settoriali del bilancio dello stato (cioè il PIL) portano il deficit della parte privata.

Sappiate, quindi, che politica di rigore significa sofferenza di famiglie e imprese e felicità delle banche speculative che continueranno sempre a finanziare lo Stato, perché il vero scopo di pagare gli interessi è quello di pagare le banche speculative. Dobbiamo toccare il sistema delle aste marginali. Peccato che nessun politico di queste cose se ne occupi.

Malvezzi Quotidiani – L’Economia Umanistica spiegata bene con Valerio Malvezzi