Il piano internazionale dietro al fallimento dell’Italsider (e dell’Italia)

Ho fortemente voluto Gianluigi Paragone a Bagnoli e la presentazione dei candidati di fronte all’ex Italsider per diversi motivi, alcuni fortemente simbolici – e visibili a tutti – altri invece sconosciuti, ma soltanto visibili a chi, come Italexit, ha delle battaglie identitarie che si riallacciano a quelli che sono i temi di Bagnoli. Inutile dirvi che Bagnoli è l’emblema di quello che può essere considerato il fallimento delle politiche della Sinistra in Italia e, in particolare, nelle nostre Regioni del Meridione. È l’emblema dell’abbandono del Mezzogiorno, ma è anche una grandissima opportunità di rilancio non solo della Campania e del Sud, anche con ripercussioni per l’intero Paese. Ed è su quello che noi di Italexit punteremo.

Ora voglio tornare ai temi identitari di Italexit e sul perché sono così legato, come simbolo, a Bagnoli, ci sono alcune che dobbiamo capire: tra Bagnoli e il sistema-Paese ci sono dei parallelismi sui quali adesso io chiederò la vostra attenzione. La dismissione di Bagnoli inizia nel 1989, l’anno del crollo del Muro di Berlino, quando a livello internazionale viene sancita la dismissione della Prima Repubblica in Italia e la deindustrializzazione di quella che era la quarta potenza mondiale. Quindi, crolla il Muro e, per i motivi che vi specifico tra poco, viene decisa la deindustrializzazione del nostro Paese e la dismissione di un’intera classe politica, mentre parallelamente, a livello simbolico, veniva fatta la stessa cosa nell’Italsider di Bagnoli.

La dismissione termina nel 1992, da me definito l”annus horribilis’, dove crolla totalmente la Prima Repubblica in Italia, dove viene smantellato l’apparato industriale e il sistema economico perché mentre nel ’92 qui viene dismessa l’Italsider, l’Italia a Maastricht stava firmando la cessione delle nostre sovranità, quindi veniva smantellato totalmente l’interesse nazionale e la presenza pubblica in economia. Se l’Italsider nel ’92 non è stata salvata è perché il Paese Italia non doveva e non poteva più essere salvato. Cessava il ruolo dello Stato-imprenditore e cessava la presenza pubblica in economia: questo voleva dire che tutto veniva ceduto alle multinazionali predatorie, l’imprenditoria privata e il capitalismo speculativo. Quindi, via il ruolo dello Stato, cessione al capitalismo speculativo. Questo è il motivo per cui Bagnoli non è stata salvata, noi queste cose le dobbiamo far sapere perché questi sono i nostri temi identitari.

Quando noi parliamo di uscita dall’Unione Europea, intendiamo che non siamo contro nulla, ma siamo a favore dell’interesse nazionale. Sono loro che si mettono contro di voi in quanto contro l’interesse nazionale e degli italiani. Questo è il motivo per cui ho voluto Gianluigi a Bagnoli, questo è il motivo per cui mi rallegra vedere tantissima gente che è venuta qui perché ripartiamo da qui e ripartiamo con la nostra sovranità, ripartiamo con il ruolo dello Stato nell’economia, che ci hanno rubato perché era arrivato un diktat internazionale di distruggere il nostro Paese.

Perché proprio nel ’92 è arrivato questo diktat di deindustrializzare il Paese? È importante un dato geopolitico: fino al 1989 il più grande incubo degli americani era l’avvicinamento del nostro Paese al Comunismo, dato che qui c’era il Partito Comunista più grosso di tutta Europa. Per evitare questo, avevano bisogno di un’Italia sovrana, di un’Italia potenza mondiale, di un’Italia potenza industriale perché solo questi tre fattori evitavano che l’Italia cedesse alle lusinghe del Comunismo. Quando nell’89 è crollato il Muro di Berlino, è venuto meno questo impianto, non c’era più il pericolo dell’avvicinamento dell’Italia al Comunismo, ma serviva invece inglobare l’Italia nell’Unione Europea per avere un centro di controllo totale. ’89, crolla il Muro di Berlino, ’91 si dissolve l’Unione Sovietica, pochi mesi dopo ci portano a Maastricht.

Quindi, noi di Italexit sappiamo quale è la formula vincente perché la formula vincente è quella che hanno utilizzato dal Trattato di Roma del ’57 fino al ’92, quando l’Italia serviva come potenza mondiale, quindi inserita in un contesto di Comunità Economica Europea ma con la propria sovranità e con la propria moneta. Questa è l’arma che hanno utilizzato per portarci a essere la potenza mondiale e questo è quello che ci hanno tolto quando serviva distruggere il Paese. Noi ripartiremo da lì, da una formula che già esiste e che già ci ha reso potenza mondiale. E noi siamo gli unici che la riprenderemo.

La Matrix Europea, la verità dietro i giochi di potere – Con Francesco Amodeo