Niente squalifica per Bakayoko e Kessie. 10 mila euro di multa per Bertolacci, Kessie, Musacchio, Patric, Lucas Leiva e Luis Felipe per la rissa a fine partita. Ma le polemiche dopo la sfida di San Siro non si placano, e per la maglia di Acerbi sventolata come un trofeo, e per il rigore non concesso a Milinkovic nei minuti finali della partita. Ai microfoni di Radio Radio è intervenuto Arturo Diaconale, responsabile della comunicazione della S.S. Lazio.
Arturo Diaconale:” Rimane aperta la questione dei due giocatori del Milan che hanno ostentato la maglia di Acerbi come un trofeo sotto la curva. Io credo sia giusto tenere un profilo più misurato e tranquillo in questa fase, invitando i tifosi a non cadere nelle provocazioni”.
Furio Focolari: “Secondo me la squalifica dei giocatori non serve a nessuno. Ma il problema etico rimane, in Inghilterra ti mandano ai servizi sociali quando fai qualche cavolata in campo, io mi aspetterei qualcosa di molto grosso e credo che la Lazio debba chiederlo“.
Arturo Diaconale:”Noi ci rimettiamo alla decisioni delle autorità federali. In questo momento dobbiamo mantenere un atteggiamento di responsabilità. Il campionato non è finito e la coppa italia nemmeno. Il rischio che alcune polemiche possano innescare situazioni che poi ci vengono a danneggiare. La morale di tutta quanta questa storia è che molto spesso, a differenza di quanto succede per altre squadre, che quando protestano ottengono risultati, noi quando protestiamo veniamo penalizzati. I conti li faremo alla fine.
Certo la vicenda dei due giocatori del Milan che irridono la maglia scambiata in segno di amicizia, e anche di conclusione delle ostilità calcistiche, è una vicenda oggettivamente grave”.
Luigi Ferrajolo: “E’ un gesto veramente riprovevole, è una cosa ignobile. Nel mondo dello sport se non c’è rispetto per chi ha perso devono cambiare mestiere. Ma la Lazio che può fare. Adesso l’inchiesta federale potrà punire i giocatori del Milan. Una cosa che è mancata è stata una sanzione da parte della società Milan.
Alessandro Vocalelli: “Cosa ha fatto dire a Tare della cronaca di una morte annunciata e che quello che temevamo è accaduto?”.
Arturo Diaconale:” Se dovessi essere giornalista e tifoso, ti dovrei rispondere in un determinato modo, che non è il caso di usare. Certo la preoccupazione alla luce di quanto avvenuto l’anno scorso che ci possa essere un percorso, che non si sa per qual motivo finisce col danneggiarci, è una preoccupazione che esiste e che trova, non dico conferme, ma indizi sempre più numerosi. Però rispetto a questo bisogna mantenere un atteggiamento prudente. Da tifoso mi piacerebbe discutere di tante cose. Faccio un esempio oggi Tare ha avuto una inibizione fino al 30 Aprile per frasi irriguardose. Mi farebbe piacere sapere quali sono queste frasi. Io so che Tare non ha fatto nessuna frase però la punizione ce l’ha avuta.
Alessandro Vocalelli: “La Lazio avvertiva il pericolo di poter subire qualche svista?”.
Arturo Diaconale: “Questa preoccupazione c’è, quando tu becchi un rigore all’ultimo istante dove la vittima scagiona l’artefice del rigore, quando ti ritrovi che a te i rigori non te li danno agli altri si, qualche sospetto ce l’hai. I sospetti, diceva il Cardinale Bellarmino, sono l’anticamera della verità. Però i sospetti rimangono tali, anche se ti agiti non ottieni risultati concreti, anzi subisci conseguenze solo per aver sollevato sospetti”.
Franco Melli: “Secondo me sarebbe tempo di cambiare politica societaria, perché la Lazio ormai dal punto di vista politico nella gerarchia del calcio italiano non conta niente. Quello che è successo a San Siro è la prosecuzione dell’anno scorso, sappiamo come è stata fatta fuori la Lazio:il gol di mano di Cutrone, le nefandezze dell’arbitro Giacomelli… Quest’anno al momento decisivo siamo tornati alla stessa situazione con l’aggravante dello sfregio fatto alla maglia della Lazio. Io credo che la misura sia colma. Bisognerebbe fare qualcosa di concreto.
Arturo Diconale: “Esiste da sempre nel campionato italiano una sorta di gerarchia di potere che fa il bello ma soprattutto il cattivo tempo. Rompere questa gerarchia non è facile. Si può farlo cercando di esser e più forti delle avversità e sul campo. le proteste possono funzionare solo se c’è la forza di rompere questo sistema gerarchico che esiste da tempo. Io credo che in questo momento comportamenti esagerati potrebbero compromettere il nostro cammino”.
Paolo Cericola: “Volevo sapere la posizione della Lazio su Leiva e se fate ricorso”.
Arturo Diaconale: “Non mi pare sia presa in considerazione l’ipotesi del ricorso. Una vicenda che molto strumentalmente qualcuno ha usato per bilanciare il fatto della maglia. Leiva è una persona perbene un grande professionista, noi crediamo alla sua versione e gli altri dirigenti che stavano li non hanno registrato nulla. Chiudiamola lì e basta”.