Il primo gennaio è sempre una data particolare, un giorno di festa in cui il nuovo anno, nonostante sia appena arrivato è ancora abbastanza lontano dalle nostre preoccupazioni: ci risparmiamo i buoni propositi e i doveri quotidiani per dare ancora spazio all’atmosfera natalizia che pervade tutto ciò che ci circonda nonostante l’imminente fine delle feste. Sicuramente è anche una data particolare perché nessuno si trattiene dal fare un bilancio sull’anno trascorso: lo hanno fatto anche i nostri opinionisti, non tanto per se stessi ma soprattutto in fatto di calcio. Dal miglior attaccante al peggior portiere del nostro campionato, ecco gli “Oscar” del 2018 assegnati dalle nostre “teste di calcio”.
MIGLIOR PORTIERE – Partiamo ovviamente dal ruolo del portiere, Secondo Alessandro Vocalelli Gianluigi Buffon è stato il migliore del 2018, il numero uno per antonomasia scelto per “la forza che ha avuto nel rimettersi in gioco dopo i sette scudetti di fila” non trova spazio però nelle valutazioni di Stefano Agresti e Furio Focolari: Alisson Becker è il prediletto di entrambi, “ha confermato di essere il miglior portiere dell’anno anche a Liverpool“, dice Agresti indirizzando anche i voti dati successivamente al brasiliano da Roberto Renga, Xavier Jacobelli e Ivan Zazzaroni. Meno deciso Nando Orsi, che in dubbio tra Donnarumma e Szczesny sceglie il secondo “per diverse partite ad alto livello con la Juventus“. “Milanesi” nel loro giudizio Mario Mattioli e Roberto Pruzzo, che rispettivamente scelgono Samir Handanovic e Gigio Donnarumma, un solo voto dunque per il portiere del Milan sempre presente tra i dubbi: con un anno così incerto non poteva andare diversamente.
MIGLIOR DIFENSORE – Ancora Juve nelle nomination di Vocalelli: Giorgio Chiellini è secondo lui il miglior difensore del campionato “per la continuità incredibile che ha trovato, forse con lo zampino della fascia da capitano che ha indossato in questi mesi di rendimento straordinario“. Praticamente un plebiscito quello sul miglior difensore dell’anno perché il capitano della Juventus ha raccolto anche i consensi di Orsi, Mattioli, Focolari, Pruzzo e Jacobelli, mettendo all’angolo i voti dati a Kalidou Koulibaly da Stefano Agresti, Ivan Zazzaroni e Roberto Renga, che pure chiede: “Si può dare ex aequo?”
MIGLIOR CENTROCAMPISTA – “Un giocatore straordinario per intensità, qualità tecniche e già colonna della nazionale” non può che essere l’identikit di Nicolò Barella, fornito da Alessandro Vocalelli e insignito con la coccarda di miglior centrocampista anche da Jacobelli, Zazzaroni e Pruzzo. La vittoria per il centrocampista del Cagliari è però tutt’altro che a portata di mano, vista la grande annata di Marques Loureiro, detto Allan, “un tuttocampista” che per Nando Orsi non può non far parte di questa classifica nella quale si prende il secondo posto con il centrocampista del Cagliari grazie ai voti favorevoli di Renga e Focolari. C’è spazio anche per due outsider di livello come Milinkovic-Savic, votato da Stefano Agresti che non si “lascia impensierire dai due mesi di buio che ha avuto” e Miralem Pjanic, nominato da Mario Mattioli “per la grande incisività nel gioco di una squadra come la Juventus“.
MIGLIOR ATTACCANTE – “Qui non si discute”, dice Roberto Renga perchè in effetti il 2018 è in questo reparto l’anno del “colpo del secolo” con la “c” maiuscola, quella che quando precede “R7” fa rabbrividire qualsiasi difesa. Cristiano Ronaldo raccoglie 5 voti su 8, perché come sottolinea Focolari: “Anche se ha giocato qui tre mesi non si può non considerare gli altri 9“. Lontani anni luce alle sue spalle i voti di Icardi e Immobile dati da Agresti e Vocalelli, il primo per “la caratura internazionale“, il secondo “per la continuità“. Fuori dal Coro Ivan Zazzaroni che sceglie Mario Mandzukic, per la freddezza con cui ha concretizzato situazioni in concomitanza con il compagno di reparto portoghese in questo girone d’andata. Uno che ha fatto un girone degno di nota è sicuramente Fabio Quagliarella, che raccoglie il consenso di Mario Mattioli, al quale Renga riserva una domanda ironica: “Lo cambieresti con CR7?”
MIGLIOR ALLENATORE – “Non v’è dubbio, Allegri” afferma Mario Mattioli, che trova il consenso di Vocalelli, Orsi e Agresti, ma che trova il dubbio da parte di Renga, Focolari, Pruzzo e Jacobelli. Il rivale dell’allenatore della Juventus non è però Ancelotti: l’esperto partenopeo al secondo posto non trova spazio in questa speciale classifica, perché è Giampiero Gasperini che, almeno qui, placca da vicino il mister livornese, “considerando che in due anni solari ha perso diversi giocatori importanti e ha comunque portato l’Atalanta ad alti livelli”. Non si può non essere d’accordo con la tesi di Jacobelli, ma talvolta un ragionamento non esclude l’altro, per questo il voto di Ivan Zazzaroni per Massimiliano Allegri risulta decisivo nel 5-4 finale.
MIGLIOR UNDER 21 – Agguerrito anche il duello per il miglior giovane della stagione, Patrick Cutrone raccoglie il favore di Renga, Mattioli e Jacobelli, “non soltanto per il Golden boy come miglior Under 21 italiano“, afferma il direttore di Tuttosport, “ma perché quando entra migliora di molto il gioco del Milan“. Stessa, dura legge dei ragionamenti che non si escludono, perché neanche da questa lista viene escluso il nome di Nicolò Barella, che divide la statuetta con il bomber del Milan grazie ai tre voti dati da Nando Orsi, Stefano Agresti e Ivan Zazzaroni. Spazio per degli outsider d’eccezione anche qui, con la nomination di Nicolò Zaniolo ad opera del bomber Pruzzo (visti gli ultimi mesi sorprende il voto unico) e il nome di Rodrigo Bentancur, esploso con la Juventus con particolare piacere di Furio Focolari. A sorpresa c’è il nome di Gianluigi Donnarumma, nominato da Alessandro Vocalelli: lo ritroveremo in corsa per altre statuette meno appetibili.
MIGLIOR DIRETTORE SPORTIVO – “Chi ha portato Ronaldo”, dice Pruzzo, indicando Fabio Paratici con una perifrasi che spiega tutto. L’anno del colpo del secolo non può che influenzare pesantemente la scelta del miglior D.S., il dirigente bianconero raccoglie infatti cinque voti guadagnando il primato, ma come al solito quando si parla di dirigenti, dopo il bianconero troviamo spesso il nerazzurro bergamasco: Gabriele Zamagna si prende il secondo posto “perché ci vede lungo su giocatori a noi sconosciuti”, avendo sempre successo secondo Orsi. Precisione che non si può attribuire a Igli Tare a cui però bastano alcuni “miracoli” secondo Focolari per dividere il secondo posto con il D.S. della dea.
MIGLIOR PRESIDENTE – Testa a testa bianco-nero-azzurro anche in questa nomination: sei voti per Andrea Agnelli e Antonio Percassi. I meriti del primo parlano ancora in portoghese secondo Vocalelli, Orsi e Renga, più variopinti i pregi del patron della dea: “E’ la prova che il calcio è sinonimo di coesione“, dice su di lui Mattioli, tesi condivisa da Jacobelli e Focolari. Fanalini di coda il presidente Mattioli (della Spal), votato da Roberto Pruzzo e e Aurelio De Laurentiis, scelto da Agresti perché “continua a tenere il Napoli ad alti livelli pagando ingaggi da grande club“.
LA RIVELAZIONE – Prepotentemente Nicolò Barella si prende altri tre voti per un’altra nomination, stavolta però soccombe allo strapotere di Nicolò Zaniolo, a cui danno il primato Vocalelli, Pruzzo, Mattioli e Agresti: è lui la rivelazione dell’anno, con la speranza che possa perseverare in questa strada. Racimola un voto Matteo Politano, precisamente quello di Orsi: “Così bene non me l’aspettavo“, dice; spazio anche per Rodrigo De Paul, giocatore rivelazione secondo Ivan Zazzaroni.
LA SPERANZA DEL 2019 – La rivelazione presuppone spesso la speranza di un prosieguo della stessa: ricorre il nome di Zaniolo anche nella nomination per il giocatore speranza per il nuovo anno, a quanto pare non solo per il pubblico giallorosso. Con cinque voti spicca dunque il suo nome, sopra quelli di Milinkovic-Savic (per Roberto Renga), Sandro Tonali (secondo Roberto Pruzzo e Alessandro Vocalelli) e Moise Kean, speranza di Stefano Agresti.