Ieri eravamo nella piazza in cui nel 1600 hanno portato al rogo il filosofo e scrittore Giordano Bruno. Lo hanno fatto perché si era opposto al pensiero unico dominante. Aveva deciso di contrastare la narrativa imposta. Aveva deciso di teorizzare che il valore di un uomo non si vede dal possesso della verità, né da come sa imporla, ma dal fatto che continui sempre a ricercarla per liberare l’umanità.
Una frase che voglio fare mia in questa campagna elettorale. Anzi dobbiamo farla nostra, in una campagna elettorale difficilissima e piena di ostacoli: “Ho lottato, è già tanto, ho creduto nella mia vittoria. È già qualcosa essere arrivati fin qui: non aver temuto di morire, l’aver preferito coraggiosa morte a vita da imbecille”.
Sono quegli imbecilli – quelli piegati al pensiero unico, quelli che vorrebbero barattare e svendere l’interesse nazionale sull’altare di interessi sovranazionali – che oggi vorrebbero farci passare per gli estremisti, per portare al rogo il nostro progetto di libertà: ma noi non glielo permetteremo. E allora gli rispondiamo a tono: noi non siamo estremisti, siamo gente con le idee chiare e siamo decisi nelle nostre azioni, non siamo legati a vecchie ideologie ma abbiamo tanti ideali.
Se vogliono farci passare per dei radicali, noi allora glielo diciamo: noi siamo radicali nella difesa degli italiani; siamo radicali nella difesa degli interessi nazionali; siamo radicali nella difesa del “made in Italy”; siamo radicali nella difesa del lavoro e del potere d’acquisto degli italiani. Su questo si che siamo radicali. Perché su queste battaglie non si può e non si deve essere moderati perché il sistema non lo è stato con noi in passato e non lo sarà in futuro. Un futuro in cui, dal 25 settembre, la nostra presenza sarà costante e sempre dalla parte del popolo.
La Matrix Europea, la verità dietro i giochi di potere – Con Francesco Amodeo