Il centrodestra vince le elezioni e con il 44,05% ottiene una maggioranza netta nel nuovo Parlamento. “Dagli italiani arriva un’indicazione chiara per un governo di centrodestra a guida FdI”, ha commentato Meloni. I dati sull’affluenza alle politiche hanno segnato il record: alle ore 23 aveva votato il 63,91% degli aventi diritto. Queste elezioni hanno hanno visto la Lega in forte calo, 8,89% e Forza Italia attestarsi intorno all’8,27%. Intanto Di Maio è fuori dal Parlamento e ammette la sconfitta pesantissima. Il M5S al 15% insegue il Pd e conferma la forte presenza al sud. Inizia l’era Meloni, finisce l’era Letta, che accompagnerà il Pd fino al congresso e non oltre dopo il risultato insoddisfacente.
Secondo Francesco Storace, ex ministro della Salute e governatore della Regione Lazio “è un bel giorno quando la sinistra va all’opposizione per volontà popolare. Il centrodestra deve ritrovare adesso quella compattezza che serve quando si deve governare. Per la Meloni è una sfida impegnativa. Nel 2001 il centrodestra si trovò più o meno nella stessa situazione: un leader in questo caso Berlusconi e Fini che avevano tanti voti e Casini e Bossi che non superavano lo sbarramento: governarono 5 anni. Se Salvini e Berlusconi hanno preso meno voti rispetto al scorse elezioni comunque resteranno lì, con il loro 8%, a marciare insieme alla Meloni per portare l’Italia fuori dalla crisi“.
Salvini e Berlusconi
“Salvini, con il senno del poi, ha pagato il consenso al Governo Draghi e la stessa cosa vale per Berlusconi: da destra quel governo è stato un sacrificio enorme, tant’è vero che ha vinto chi si è opposto al Governo Draghi. Io non mi fascerei troppo la testa, sia la Lega che Berlusconi hanno circa un centinaio di parlamentari ciascuno: il governo lo fai e lo per reggere bene”.
Dove ha peccato il Partito Democratico?
“In queste elezioni hanno influito molto le leadership. Hanno vinto o perso i partiti. Letta sicuramente ha perso. Il congresso si apre in maniera clamorosa con questo risultato elettorale: lui è riuscito ad arrivare al 19% – risultato che portò Renzi alle dimissioni, Zingaretti lo aveva portato al 22% – è il risultato più basso della storia del PD. Arrivare a questo risultato e perdere in quella maniera sbagliando tutte le strategie…è chiaro che gliela faranno pagare”.
La Meloni dal 4% al 40%
“Io ho seguito il suo percorso fino al 2020. Credo che l’opposizione al Governo Draghi è stato importantissimo per vincere l’elezioni. La Meloni ha saputo interpretare la voglia di riscatto di tanti cittadini. Non ha fatto un partito, come dicono all’estero, di estrema destra ma ha fatto un patito società che è cosa ben diversa. Il punto di svolta è stato il “no” al governo Draghi dove ha avuto indubbio coraggio.
I voti di 7 milioni di italiani non vaccinati dove sono andati?
“Intanto i 5Stelle hanno recuperato. Quelle battaglie quanto possono aver influito nel consenso dei cittadini? Determina il mio voto il fatto che si reagisca alla Russia oppure se ci fa vaccinare. Quelle sono condizioni del momento, anche se dura parecchio. Qui stavamo parlando dei prossimi 5 anni. Non sempre una ostilità verso un provvedimento o verso una serie di questi comporta il cambiamento del consenso. Cosa diversa è se quel cambiamento non lo interpreti stando al Governo ed è quello che ha penalizzato Lega e Forza Italia”.
La parabola di Di Maio
“Io non voglio essere cattivo però oggettivamente è stata una delle notizie più soddisfacenti. È stato punito il trasformismo. Non puoi fare tutto il contrario di tutto e pretendere di candidarti e di essere eletto. Quello che ha combinato Di Maio è qualcosa di irrepetibile”.
Paragone ha pagato il nome del suo partito?
“Ha pagato la polarizzazione del voto. Ha vissuto la stessa parabola che vivemmo noi con la destra qualche anno fa: nei sondaggi al 4% e poi non arrivi al quorum. Questo succede perché l’italiano alla fine vuole scegliere chi pensa che possa governare. Come è successo anche al Terzo Polo”.