La Lazio c’è eccome. Gioca in scioltezza e a basso ritmo. Un ballo della mattonella. Ma tiene la palla, la fa girare e fa così girare la testa all’Udinese, che non somiglia lontanamente alla squadra che aveva fatto dannare la Roma. Soffre il possesso palla, ha perso fiducia? Chissà.
La Lazio non si fa domande e fa subito sua la partita. Immobile non segna, però manda benissimo in porta Caicedo. Il raddoppio è un’autorete di Sandro. Acerbi mette dentro e dopo ciò che è successo a Milano non sarebbe male, ma il Var gli toglie il gol. Quel Var che assegna un rigore all’Udinese. Si potrebbe riaprire la partita. Ma Strakosha vola basso e devia il piatto di De Paul.
La Lazio può così continuare come se si trovasse al Pincio. Passeggia quasi. E fa bene. Gioca troppo spesso di questi tempi. Ora il Chievo, poi di nuovo a Milano. Senza un giorno libero per rifiatare. Che cerchi di dosare non è solo giusto: è doveroso.
Ora si può di nuovo guardare la classifica. A due punti dalla Roma e prossimamente un turno in teoria a suo favore.
Il migliore il portiere, poi Lucas Leiva, tanto per cambiare, e quindi Acerbi, messo questa volta a sinistra nella difesa a tre. Immobile non vive le ore più facili della sua bella carriera, ma corre come una volta. I gol arriveranno.
Roberto Renga