La truffa della Germania viene denunciata, introducendo il ruolo della KFV, ossia la banca che fu creata per gestire i fondi del Piano Marshall per poi diventare lo strumento politico più importante del Paese, oltre ad essere una delle più potenti banche del mondo.
Mentre noi in Italia abbiamo svuotato, privatizzato, distrutto e svenduto banche a inserzionisti privati, la Germania ha deciso di tenere la KFV pubblica.
A questa banca per decenni è stato attribuito il ruolo fondamentale di finanziatore dello sviluppo, ruolo che ‘i falchi di Berlino’ non hanno voluto attribuire neanche alla BCE, quindi l’unico sistema a trarne vantaggio è quello tedesco. Il rating di questa banca è ottimo, quindi si è approvvigionata a tassi bassissimi sui mercati, dove ha realizzato emissioni per circa 80 miliardi di euro in breve periodo, come riportato tra l’altro in un articolo di Repubblica del 11 Febbraio 2013. In Italia c’era dunque la consapevolezza che la Germania stesse usando una banca pubblica per approvvigionarsi sui mercati e successivamente aiutare a tassi molto bassi le proprie aziende violando i trattati europei in piena concorrenza con le aziende italiane.
Per fare ciò è stato usato un escamotage: la KFV appartiene per l’80% alla Repubblica federale tedesca mentre per il restante 20% appartiene agli Stati della Germania, ovvero pur sempre soggetti pubblici. Vengono svolti da essa compiti del finanziamento del settore pubblico finanziando piccole e medie imprese tedesche e rendendosi protagonista di veri e propri salvataggi come quello della banca IKB, collassata a causa di mutui subprime, facendo così un salvataggio di banca usufruendo dei soldi pubblici: cosa assolutamente vietata dai trattati europei. Mentre in Italia sono state fatte collassare molte banche, in particolar modo in Veneto essendo consapevoli di non poter dare aiuti, la Germania nel mentre si occupava di salvare i propri istituti di credito con i soldi pubblici.
Essendo la KFV al 100% pubblica non poteva sostenere costi che rimanevano fuori dal perimetro del bilancio federale essendo che non rientravano nel compito del debito pubblico. Un articolo de Il Fatto Quotidiano del 2013 svelava il modo in cui si sono mossi, spiegando che la Cassa Depositi e Prestiti tedesca è riuscita ad aggirare i meccanismi europei grazie a criteri contabili di ESA95, che escludono dal compito del debito pubblico le società pubbliche che coprono i propri costi per oltre il 50% con ricavi di mercato. Ciò comporta che anche in Italia ci sarebbe potuta essere una banca pubblica al 100% che avrebbe potuto salvare le aziende, approvvigionarsi a costi bassi e salvare le banche nell’eventualità che tale banca poi andasse a coprire oltre il 50% dei propri costi con ricavi di mercato e non con soldi pubblici, sarebbe stata una cosa semplicissima.
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