La Francia ficca il naso nelle istituzioni italiane. Lo sapevate? Governano da noi ma li premia l’Eliseo

“Vigileremo sul rispetto dei diritti e delle libertà”, ha fatto sapere la ministra francese degli Affari europei commentando l’esito delle elezioni del 25 settembre. A quel punto è iniziato in Italia il valzer dell’ipocrisia. La replica di Mattarella: “Sappiamo badare a noi stessi”. La Meloni: “Inaccettabile ingerenza da parte francese”. Ma come mai, mi chiedo, se sappiamo badare a noi stessi ci siamo sempre affidati a uomini che facevano gli interessi della Francia in Italia?

Come nel 2011, quando accettando per esempio un Presidente del Consiglio tecnico, Mario Monti, che era all’epoca membro di spicco della commissione Attali per il rilancio della Francia, proprio il nostro competitor europeo principale. Tutto questo avvenne nel silenzio generale, come quando abbiamo utilizzato ministri in Italia che avevano ricevuto la Legion d’onore in Francia, una onorificenza che viene assegnata a chi si è distinto per meriti e azioni in favore proprio della Francia.

Proviamo allora a ricapitolare. Sandro Gozi nel 2014 entra a far parte dell’esecutivo a guida PD con Matteo Renzi che, ricorderete, lo scelse in qualità di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega alle Politiche europee, confermato poi da Paolo Gentiloni. Il suo mandato è scaduto il 1º giugno del 2018, quando è entrato in carica il governo gialloverde di Conte. Ebbene, appena un mese prima, guarda caso, il presidente francese Hollande gli conferì la Legion d’onore. Un’onorificenza, lo ripeto, spettante a coloro che abbiano reso decoro, integrità e grandezza alla Francia o che lo hanno fatto durante il loro mandato al governo di un altro Paese, cosa questa ancor più grave. Ma se noi andiamo ad analizzare il caso di Gozi o di tanti altri ministri insigniti di questa onorificenza, ci rendiamo conto che non si trova nulla nel loro passato che potesse giustificare l’assegnazione di un premio di tale prestigio, che essi hanno invece con ogni evidenza guadagnato proprio quando dovevano fare gli interessi dell’Italia e invece, evidentemente, hanno fatto gli interessi della Francia.

Tornando a Gozi, nel 2019, durante il governo Macron, viene addirittura scelto come responsabile delle politiche europee in Francia e decise poi di candidarsi alle europee non con l’Italia ma con il presidente francese nella lista Renaissance. A questo punto bisognerebbe domandarsi quali interessi abbia scelto di perseguire Gozi durante il suo mandato per il popolo italiano, a seguito del quale ha invece ricevuto un incarico di prestigio dal governo francese. Quali dossier sono passati tra le sue mani? Come sono stati gestiti politicamente e, soprattutto, era a conoscenza di dati sensibili che potevano arrecare danni all’Italia se finiti poi nelle mani di uno dei nostri principali competitor europei? Gozi, infatti, è entrato nel governo Macron con la stessa mansione ricoperta in Italia. Una consequenzialità cristallina e impeccabile che dovrebbe aprire ad una ipotesi di alto tradimento e che invece è passata nel silenzio generale. Ma di nomi, vi ripeto, ce ne sono tanti, la maggior parte quasi tutti del Pd, ma qualcuno anche di Forza Italia. Tutti che hanno ricevuto la Legion d’onore in Francia e poi il ministero in Italia. Come? Che cosa hanno fatto costoro per gli interessi della Francia, ma soprattutto l’impegno dimostrato a favore della Francia per meritarsi quel premio, non era in conflitto con gli interessi che avrebbero dovuto portare avanti in Italia? Chi ha indagato su questo punto? Non si può assolutamente più tacere su tutto questo: dobbiamo aprire un dibattito, dobbiamo far luce su quanto accaduto in favore della Francia e ai danni dell’Italia con la complicità dei nostri politici.

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