Armageddon nucleare? Chi soffiava sul fuoco ora si riscopre pacifista: prime avvisaglie, cara Meloni

Sul tema della guerra in Ucraina sembra esserci margine per uno spazio d’opposizione che difficilmente immaginavamo un mese fa. Prima delle elezioni le compagini politiche per la linea della pace erano davvero risibili e minoritarie, ora invece, proprio agli albori del Governo che dovrebbe essere guidato da Giorgia Meloni, il pacifismo torna di gran moda nelle piazze e nelle prime pagine.
Ovviamente si tratta di una posizione più che ragionevole in un momento in cui si parla di nucleare con la frequenza e la tranquillità di chi si è abituato al peggio ormai da due anni; ma il voltafaccia improvviso lascia uno strano retrogusto di dissonanza e quantomeno dei dubbi.

Leggiamo ad esempio su Repubblica e La Stampa chi chiede una via per le trattative (per informazioni vedere i pezzi di Giannini, Caracciolo e Serra): ma scusate, per mesi ci avete detto che bisognava mandare armi, che chi chiedeva la pace era un putiniano brutto e cattivo, che i no-vax erano putiniani e non amavano Zelensky e adesso? Si scopre improvvisamente che la guerra è brutta e serve la pace.
Ma visto che si sente parlare a gran voce di che pace vogliamo dopo tutto il fracasso mediatico e bellico, forse dobbiamo anche chiederci chi in questi mesi ha gettato benzina sul fuoco.

Capitolo a parte – ma non troppo – per Joe Biden. Oggi il presidente statunitense, tanto per placare gli animi, parla di Armageddon. Lo stesso che è stato uno tra i primi a dire che Putin è un criminale di guerra.
Oggi scopriamo che ci sono stati 11 morti e 89 feriti e che la guerra è una cosa orribile, ma non serviva l’esplosione del ponte di Kerch né la reazione russa per scoprirlo. Signori, non eravate voi che festeggiavate l’esplosione sul sovrappasso di Crimea e ironizzavate sul compleanno di ‘MadVlad’?