Enrico Letta, a quanto pare, sta andando in giro in Europa ad accendere campanelli d’allarme sul nostro Governo, sul futuro Governo, gettando fango sulle istituzioni italiane, in particolare sui neo-incaricati alla presidenza di Camera e Senato. Mi riferisco alle parole del Segretario Dem rese alla stampa a Berlino in occasione del Congresso dei socialisti europei, gruppo del quale fa parte il Partito Democratico. Parole che hanno suscitato la giusta indignazione anche da parte di Giorgia Meloni, che ha dichiarato che affermare all’estero che l’elezione dei Presidenti dei due rami del Parlamento italiano sia motivata da una sedicente logica perversa e incendiaria e che la scelta dei parlamentari italiani confermi addirittura le peggiori preoccupazioni in giro per l’Europa è scandaloso e rappresenta, secondo la Meloni, un danno per l’Italia, per le sue più alte istituzioni e per la sua credibilità internazionale.
Io voglio anche andare oltre le parole della Meloni e accendere una riflessione. Tenendo conto che Letta ha sempre preso parte ufficialmente a organizzazioni internazionali che nella maggior parte dei casi includono anche i grandi potentati bancari e finanziari che speculano sui nostri titoli di Stato e tenendo conto che le sue frasi possono avere sicuramente un impatto sui mercati spaventandoli, se non altro perché evidenziano la nascita di un Governo che non potrà avere una linea di dialogo con l’opposizione (e questo è qualcosa che i mercati hanno sempre temuto nei Paesi dove investono), possiamo essere sicuri che le due azioni di Letta non siano in qualche modo collegate? Cosa ci guadagna Letta nel gettare fango sul proprio Paese all’estero, dal seminare dubbi e preoccupazioni nelle cancellerie europee? Come verranno strumentalizzate quelle paure indotte dai mercati? Ai posteri l’ardua sentenza.
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