Qualche crepa, oltreoceano, attraversa il muro dell’omertà. Le ingiuste privazioni per chi, nella sua libertà, ha scelto di non vaccinarsi stanno iniziando a essere denunciate. In particolare, le parole di Danielle Smith, giornalista e governatrice dello stato canadese dell’Alberta, hanno acceso i riflettori su quelle persone che, per colpa delle restrizioni dovute al vaccino, hanno perso il lavoro e la cui autonomia è stata limitata dalla legge.
“La comunità che ha affrontato le maggiori restrizioni alle proprie libertà nell’ultimo anno è stata quella che ha scelto di non vaccinarsi“, ha detto la politica in una accorata conferenza stampa. “Non credo di aver mai vissuto in vita mia una situazione in cui una persona sia stata licenziata dal suo lavoro o non le sia stato permesso di guardare i suoi figli giocare a hockey o non le sia stato permesso di andare a trovare una persona cara in un ospedale o in una casa di cura, o non le sia stato permesso di salire su un aereo per andare dall’altra parte del Paese a trovare i suoi familiari o anche per viaggiare oltre il confine“.
Un gruppo di persone verso cui Smith non può che esprimere solidarietà: “Sono stati il gruppo più discriminato che io abbia mai visto in vita mia. È un livello di discriminazione piuttosto estremo, quello a cui abbiamo assistito. Non tolgo nulla alla discriminazione che ho visto negli altri gruppi che lei ha citato, ma questo è stato un periodo straordinario, in particolare nell’ultimo anno. E voglio che le persone sappiano che lo trovo inaccettabile, che non creeremo una società in cui la segregazione opera sulla base di una scelta medica“.