Donne, Ue, Nato, guerra in Ucraina, restrizioni. Ma anche fisco, lavoro, politiche giovanili, immigrazione, presidenzialismo. Nel suo primo discorso davanti alla Camera dei Deputati, il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha toccato i punti salienti su cui si baserà la sua azione di governo.
Al centro dei banchi dell’Esecutivo, tra i due vicepresidenti Antonio Tajani e Matteo Salvini, Meloni ha parlato per un’ora davanti ai deputati. Non il discorso di rottura che molti osservatori (soprattutto esteri) si aspettavano, anche se su molti argomenti la neo incaricata ha precisato che ci sarà forte discontinuità con il passato.
Nel segno di quanto avvenuto fino a oggi, la politica estera. L’Italia resterà al centro delle istituzioni europee e atlantiche, rispettando l’impegno militare ed economico che questi prevedono. Tuttavia, ha precisato Meloni, l’Italia si impegnerà in quanto Stato fondatore dell’Europa a cambiare molte regole dall’interno, sia per quanto concerne il patto di stabilità sia per quanto riguarda la politica migratoria.
Il tratto più forte di rottura con i governi della precedente legislatura sarà la gestione della pandemia. Niente più restrizioni totali (“le più dure dell’Occidente”): non si tornerà ai modelli del passato. Sui quali, precisa, “occorrerà fare chiarezza”. Su fisco e tasse, il governo si propone di attuare quanto promesso in campagna elettorale: tassa piatta estesa alle partite iva fino a centomila euro, lotta all’evasione, riforma delle pensioni che tuteli giovani e anziani. E ancora, nel suo discorso, l’attuazione del presidenzialismo. L’obiettivo è un modello almeno alla francese (semipresidenzialismo) con la collaborazione delle opposizioni. In caso di barricate, però, Meloni promette: andremo avanti lo stesso.