È tecnicamente quel che si dice, sia pure in termini metaforici, una bomba quella che è stata sganciata nelle ore scorse da Carlo Calenda, liberista del partito Azione, contro Emma Bonino e contro il partito detto + Europa.
Procediamo con ordine e proviamo a ricostruire l’accaduto per poi svolgere telegraficamente alcune considerazioni. Così titola in data 1 novembre 2022 Open, il rotocalco turbomondialista e ultra liberista di Enrico Mentana: “Calenda contro Bonino: Soros ha dato 1 milione e mezzo a + Europa. La precisazione di Della Vedova“.
“L’attacco del leader di Azione: ‘I soldi – scrive ancora Open – a condizione che facessero un listone antifascista‘.
Insomma, secondo quanto riferito da Carlo Calenda, in termini niente affatto obliquamente critici verso + Europa, George Soros avrebbe sovvenzionato con 1 milione e mezzo la lista degli ex radicali, ponendo come condizione che si realizzasse un unico listone antifascista dove ovviamente per antifascista si intende una posizione ultraliberista che combatta come fascismo tutto ciò che non sia organico al regime neoliberale, quindi di fatto tutto ciò che possa vagamente mettere in discussione il libero mercato deregolamentato sul piano della politica interna e il primato dell’imperialismo statunitense sul piano della politica estera. Sicché la cosa interessante che emerge da questa vicenda è che, se dovesse essere vero ciò che ha riferito Calenda, allora avremmo una conseguenza paradossale: quella per cui sempre si urla con sgomento alle possibili interferenze della Russia putiniana o della Cina di XI Jinping nelle politiche europee, proprio quando in realtà gli Stati Uniti d’America intervengono dal ’45 in Europa, trattando l’Europa stessa come una colonia di second’ordine, e poi addirittura il “filantropo” ultraliberista e liberal nichilista George Soros interviene sovvenzionando con fior di quattrini le politiche europee a vantaggio di una visione del mondo ultraliberista e direi anche atlantista, dove naturalmente l’antifascismo è una formula vuota che può essere riempita di ogni contenuto e che di fatto diventa, sic et simpliciter, sinonimo di opposizione al neoliberismo e di opposizione all’imperialismo statunitense.
Ripeto, se fosse vero ciò che ha detto Carlo Calenda, ci troveremmo davvero in una situazione paradossale per cui, in nome dell’antifascismo in assenza reale di fascismo, si legittima addirittura il finanziamento da parte dei filantropi, cioè degli ultra liberisti milionari come George Soros, protagonisti della classe dominante No Border.
Si legittima il loro intervento con finanziamenti che di fatto ci rivelano come viviamo in un mondo totalmente capovolto, in cui a decidere il danaro e in cui, in nome dell’antifascismo, si accettano le cose più inaccettabili come quella di cui stiamo discutendo.
L’antifascismo svolge una parte di pura giustificazione
In nome dell’antifascismo si possono compiere le azioni più inaccettabili che si giustificano in tal guisa come antifasciste. Quindi lottare contro il multipolarismo con Cina e Russia protagoniste significa essere antifascisti, lottare contro ogni regolamentazione possibile del mercato e contro ogni giustizia sociale si legittima come antifascismo e così via. Le sinistre fucsia sono specializzate in ciò e anche se così fosse, come dice Calenda, allora si tratta non solo delle sinistre fucsia, ma anche dei radicali guidati da Emma Bonino. Se (sottolineo) così fosse. Perché sarà interessante capire gli sviluppi di questa vicenda che comunque getta ombre inquietanti, secondo le parole di Calenda.
Radioattività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro