Continua a destare preoccupazione la vicenda del missile che ha colpito la Polonia, causando purtroppo due morti. E se è vero che per i morti poco o nulla cambia la nazionalità del missile stesso e non importa dunque se sia russo, ucraino, cinese o americano, per il resto del mondo diventa direi di dirimente importanza capire da dove provenga quel missile. Come sapete, subito la narrativa occidentale e atlantista non ha avuto alcun dubbio nell’indicare la Russia di Putin come responsabile di quel missile e di quel colpo durissimo contro la Polonia. Del resto, la narrativa occidentale non ha mai alcun dubbio nel riconoscere la colpevolezza di Putin. Tutto ciò che di male accade nel mondo da ormai quasi un anno deve essere di necessità sempre imputato alla Russia di Putin. Questa è la narrativa, lo storytelling liberal atlantista a cui ormai siamo avvezzi. Tuttavia, per fortuna, è stata smentita la tesi della nazionalità russa del missile, dacché quel missile è stato poi dimostrato essere un missile ucraino. Poco è valsa la precisazione fatta dallo stesso presidente arcobalenico Joe Biden circa l’estraneità della Russia rispetto a quel missile. I giornali italiani hanno da subito dato la notizia senza alcuna esitazione, indicando la Russia come responsabile, anche se il Cremlino da subito, in verità, aveva smentito ogni relazione con l’accaduto. Ad esempio, Il Giorno di Milano ha titolato nella giornata di ieri, senza lasciare alcun dubbio sulla paternità russa dell’accaduto, in un modo che è davvero significativo e che resterà, credo, negli annali del giornalismo. Il titolo del Giorno era “Missili russi sulla Polonia”. Non proprio attendibile come narrazione, in verità, se si considera che è stata presto smentita.
Certo, non è colpa del Giorno in sé e per sé, dacché la notizia è stata diffusa così, direi ubiquitariamente, all’inizio. E tuttavia è davvero un bene, pur nella tragedia generale di questa nuova guerra mondiale, che il missile non fosse russo, perché se il missile fosse stato russo e avesse dunque colpito un paese membro della NATO quale è la Polonia allora si sarebbe eo ipso attivata la procedura prevista dall’articolo cinque della NATO che prevede il fatto che se uno Stato membro viene aggredito, gli altri Stati della Relazione atlantica hanno il diritto/dovere di intervenire a sostegno dello Stato aggredito. Per fortuna, dunque, il missile non era russo ma ucraino, tant’è che ironicamente sulle reti sociali qualcuno ha detto che in realtà a questo punto dovrebbe attivarsi l’articolo cinque contro l’Ucraina, che non è paese membro della Nato, ma il cui missile ha colpito la Polonia, paese membro della Nato. Naturalmente è una boutade, perché in effetti la Polonia e l’Ucraina sono alleate in questo momento e il missile è, per così dire, con orribile espressione, un effetto collaterale della guerra. In ogni caso, davvero è un bene che il missile non fosse russo, perché se fosse stato russo, come già ricordato, a quest’ora probabilmente ci troveremmo già nel mezzo di bombe atomiche e di armi nucleari, per usare formule volutamente iperboliche ma buone a rendere l’idea di quello che potrebbe accadere davvero se Russia e Stati Uniti arrivassero allo scontro, come per più versi sembra possibile. E questa possibilità non è affatto scongiurata per il momento. In ogni caso vedremo presto gli sviluppi. Intanto segnaliamo che è una buona notizia che il missile non fosse russo.
RadioAttività – Lampi del pensiero quotidiano, con Diego Fusaro