Con il sottosegretario Gemmato abbiamo visto come funziona ancora oggi, nonostante il cambio del Governo, la macchina della propaganda politica rispetto a vaccini e Covid. Il sottosegretario Gemmato ha dimostrato di avere il coraggio (che ancora non ha dimostrato il ministro Schillaci) di cominciare a scardinare la retorica mainstream, la mitologia del vaccino. Lo dico non solo per difendere Gemmato, ma lo dico perché vorrei mandare un segnale al governo. Il governo non può annunciare un’inversione a U rispetto alle politiche di Speranza e poi però, di fatto, non avere il coraggio della prima fase di spinta dei governi per smontare l’architettura normativa e ideologica di Speranza e tutti quelli che vi sono stati attorno e che purtroppo sono ancora dentro le macchine operative. Nella sala macchine del Ministero della Salute purtroppo c’è ancora lo spirito di Speranza, c’è ancora gente fortemente in contrasto con la predicata inversione a U rispetto ai Governi precedenti, perché questo è quello che ha detto il Premier. Giorgia Meloni ha detto che vorranno fare un’inversione a U rispetto alle politiche di Speranza. Benissimo! Però intanto il ministro Schillaci non sta facendo nulla, il grosso delle norme è ancora lì. Diciamo che oggi è come se fosse un semaforo lampeggiante, ma è pronto a ritornare ai soliti colori nel momento in cui non lo so cosa cosa potrà accadere.
Rompere l’impianto di Speranza, fare un’inversione a U rispetto alle politiche di Speranza, vuol dire iniziare anche ad abrogare le norme che prevedono l’obbligatorietà vaccinale. Quelle norme vanno abrogate. Il reinserimento del personale medico, sanitario e amministrativo deve essere non soltanto così messo nero su bianco e poi lasciata alla disponibilità delle direzioni sanitarie la reale messa a terra di questa norma. No, vuol dire dire: “Io rispetto il fatto che siano a disposizione delle strutture organizzative degli ospedali, ma vi avverto che laddove riscontrassimo degli abusi e delle penalizzazioni, delle discriminazioni ulteriori, sappiate che vi mandiamo gli ispettori“. Ma gli ispettori sono la parte forte con cui Schillaci dà piena attuazione a una norma di reintegro del personale, altrimenti “sì ok ho fatto la norma dopodiché… Beh ve la vedete voi“. Esattamente come il discorso delle multe: le multe vanno cancellate e lo dovete dire con grande onestà. Ci dovete dire che cosa intendete fare.
Il sottosegretario Gemmato ha detto una cosa che secondo me è importante ed è la seguente: “Registro che per larga parte della pandemia di giovedì 19 l’Italia è stata prima per mortalità e terza per letalità, quindi questi grandi risultati non li vedo raggiunti”. Non ha detto “io sono un novax e sto dalla parte dei no vax“. Ha soltanto messo a disposizione del dibattito un tema che è oggettivo. Non possiamo parlare dei vaccini sempre con linguaggio quasi fideistico, con un linguaggio mitico per cui il vaccino è intoccabile. Sul vaccino andranno fatte delle riflessioni, e penso che sia arrivato il momento di cominciarle a fare, che vadano al di là della predicazione, al di là della propaganda. Ecco perché diamo fiducia al sottosegretario Gemmato e sappiamo che cosa succederà tutte le volte in cui qualcuno dirà qualcosa di diverso rispetto alla grammatica costruita sotto il tempo di Speranza. Io apprezzo Gemmato, non apprezzo ancora il ministro Schillaci, che lo vedo molto timido, e non apprezzo neanche quello che ha fatto la Regione Lombardia nel momento in cui ha approvato una mozione che è uscita dal Partito Democratico. Direi che si stanno scaldando i motori della campagna elettorale, io vorrei capire dove sta la diversità delle parti, perché se la maggioranza di centrodestra della Regione Lombardia deve votare una mozione del Partito Democratico, questa cosa qua un po’ la respingo va bene.
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