“A febbraio 2020, dai campioni di sangue dei pazienti oncologici che venivano dalla zona di Milano, il 50% dei campioni aveva gli anticorpi ed era asintomatico“.
Una verità che abbiamo sentito sporadicamente nell’ultimo anno, quasi data per scontata, ma lasciata da parte senza produrre delle domande che cambiano l’intera storia della pandemia per come la conosciamo. Una verità pubblicata sul Tumori Journal in un articolo dal titolo “Unexpected detection of SARS-CoV-2 antibodies in the prepandemic period in Italy” secondo il quale si evince che la Sars-CoV-2 era presente in Italia da agosto 2019. L’articolo risale al Novembre 2020, ma non ha avuto il risalto mediatico che forse i redattori si aspettavano.
“Una volta che viene pubblicato un dato di questo tipo e che viene messo nero su bianco che il covid è iniziato da ben più di sei mesi prima rispetto a ciò che pensavamo, dovrebbe saltare in aria tutta la storia di Wuhan e del cluster che c’è stato lì“. E’ la conclusione del Prof. Vanni Frajese, endocrinologo e docente all’Università degli studi Foro Italico; conclusione che, tra l’altro, “apre a delle domande inquietanti, perché se era presente in maniera così importante in modo asintomatico da ben prima di marzo 2020, cos’è successo realmente a Bergamo? Perché ci sono stati tutti quei morti?
E’ più di un anno che quest’articolo è stato pubblicato, non è stato rilanciato e se fosse stato fatto le domande emerse sarebbero state micidiali“.
Decine di messaggi e mail sono arrivati alla nostra redazione dopo l’intervento del professore, riportando di infezioni e sintomi mai visti prima nel periodo incriminato. Testimonianze che non sono studi scientifici, ma esperienze di prossimità che non possono non essere prese in considerazione in presenza di uno studio che mette alla berlina tutto ciò che sappiamo del coronavirus e che è stato propalato dagli organi di stampa mainstream.
Il commento a ‘Un Giorno Speciale’.
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