Il Marocco è degno, la Francia ancora più grande

Sul terreno dell’ Al Bayt scendono i due diversi modi in cui la Storia ha parlato francese nel secolo scorso. Per il calcio, oltre il calcio; soprattutto grazie al calcio, stasera: le ha portate fin qui un percorso autorevole, in modo sorprendente per l’una, ampiamente previsto per l’altra. 

Una cosa non era prevedibile, dopo il fischio d’inizio, ossia che al repentino vantaggio francese firmato da Theo Hernandez non abbia fatto seguito il crollo del Marocco, come in quel momento buona parte del pianeta aveva previsto, marocchini compresi. È stata quella la vera prova di forza degli uomini di Regragui, che con lucida aggressività hanno prodotto gioco e occasioni, innanzitutto spezzando le linee di passaggio di una Francia che senza Rabiot ha smarrito qualcosa nella qualità del fraseggio. 

I transalpini sono abili nello smorzare la veemenza degli avversari nella prima parte del secondo tempo, poi poco oltre l’ora di gioco ritrovano la profondità con l’ingresso di Thuram, che con freschezza, chili e centimetri riesce a far salire la Francia, col duplice risultato di diradare le incursioni dei nordafricani. Potrebbero accadere tante cose, ma il Marocco non finalizza in modo risolutivo, mentre nella Francia il sacrificio dei vari Griezmann, Fofana, dello stesso Mbappé testimonia la sintesi di forza e coralità di questa nazionale in cui ogni solista contribuisce a moltiplicare la qualità degli altri. Il raddoppio firmato dal giovane Muani dell’Eintracht, servito da Mbappé al termine di una serpentina degna del Ronaldo brasiliano, è la dimostrazione di quante chiavi offensive possegga la truppa di Deschamps. 

Esce battuto nel risultato il Marocco, indomito e meritevole fino alla fine; ma non del tutto sconfitto: per merito della qualità, della prestazione e dell’ orgoglio. La Francia offre una prova ulteriore, ammesso che ve ne fosse bisogno, della straordinaria qualità complessiva della sua rosa. 

La finale di domenica sarà sarà decisa dalla qualità dei singoli o dalla caratura complessiva del collettivo? Di certo i francesi sono attrezzati su entrambi i versanti. 

Paolo Marcacci