L’ultima fregatura targata Bruxelles si chiama Dazio Green, ossia un meccanismo di adeguamento per tassare alla frontiera le emissioni di CO2 dei prodotti importati e colpire i beni industriali importati sul territorio comunitario che producono particolari volumi di emissioni nocive. Se queste dichiarate buone intenzioni fanno tutti contenti a Bruxelles, i cittadini forse dovrebbero esserlo un po di meno. Infatti, è vero che l’equiparazione di una parte dei costi di produzione evita che paesi terzi si avvantaggino facendo dumping climatico sulle emissioni, ma è anche vero che un dazio alzerà immediatamente i costi di acquisto.
Facendo alzare i prezzi. Che cosa succede? Che si mantiene alta l’inflazione? E trattandosi di materiali di base come ad esempio acciaio, alluminio, fertilizzanti. L’aumento dei prezzi si rovescerebbe poi a valle sui lavorati e sui mira sui semilavorati. Quindi Eurofer è preoccupata soprattutto perché l’avvio di questo programma comporta la fine delle allocazioni gratuite di quote di CO2. Che in parte esistono ancora, ma che tendenzialmente dovrebbero ridursi a zero, portando il sistema europeo ad essere totalmente oneroso, oltre all’inevitabile effetto inflattivo che porta con sè e che peserà attenzione sulle tasche dei cittadini. Il nuovo dazio assomiglia molto ad una toppa sulla riduzione di competitività dell’industria europea, messa a dura prova dai costi della cosiddetta transizione ambientale.
Io sono di tradizioni contadine e quindi so benissimo che cosa sia l’ambiente e nessuno mi deve venire ad insegnare cosa sia la cura dell’ambiente. Però vi devo dire che sinceramente un certo tipo di pensiero da ambiente di salotto nel quale si pensa che sia possibile salvare l’ambiente distruggendo però le imprese, francamente mi lascia un po’ perplesso. La verità è che noi nell’arco degli ultimi 15 vent’anni, troppo poco abbiamo fatto sul versante della ecocompatibilità e purtroppo oggi i nodi arrivano al pettine e purtroppo arrivano al pettine in una situazione estremamente gravosa come quella dell’aumento dei costi energetici. Quindi dubito molto che le imprese abbiano la forza commerciale di poterli sostenere.