“Perché non vanno a protestare davanti ai politici?“. Detto fatto. Gli attivisti green di Ultima Generazione, alla fine, hanno lasciato il Raccordo Anulare, le piazze e i musei per raggiungere – e imbrattare – Palazzo Madama. La vernice lavabile con cui è stata cosparsa la parete è stata un alibi temporaneo per Laura, Davide e Alessandro, i tre attivisti di 26, 23 e 21 il cui arresto è stato trattato in udienza di convalida dal giudice monocratico di Roma. I tre, accusati di danneggiamento aggravato, sono stati rimessi in libertà: udienza rimandata al 12 maggio. Il pm durante l’udienza di convalida aveva chiesto l’obbligo di dimora per tutti e tre.
La condanna in coro del Governo è stata repentina, dalla presidente Meloni al ministro Piantedosi, passando per i presidenti di Camera e Senato Fontana e La Russa. Gli attivisti climatici però replicano: “Durante l’imbrattamento il Senato era vuoto, non volevamo colpire il Presidente, come accusa Ignazio La Russa“.
Ma al di là dell’episodio – probabilmente non l’ultimo – c’è una questione di merito da trattare. Il leitmotiv della protesta green è sempre quello: basta combustibili fossili, sprechi ridotti al minimo, transizione ecologica da accelerare. Ovviamente in estrema sintesi. Ma pur parlando in linea generale, dei punti critici Francesco Borgonovo li trova.
Lapalissiano è l’esempio dei costi di questa transizione, e – banalmente – di come scaldarsi senza combustibili e centrali a carbone, riaperte per una guerra che ormai conosciamo con la licenza degli stessi che tempo fa, quelle proteste green, le appoggiavano in pieno.
Ne abbiamo parlato con Carlotta, presente ieri a Palazzo Madama e aderente alla campagna di Ultima Generazione.
Ecco il dritto e rovescio a ‘Punto & Accapo’.
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