Che il booster del vaccino anticovid sia stato foriero più di conseguenze negative che positive? Uno Studio, pubblicato sulla rivista indicizzata High Science, sembra suggerirlo. Il tutto mentre i governi vanno avanti con le campagne vaccinali con quinti, se non sesti, richiami. “Gli scienziati si sono chiesti cosa accade dopo la terza dose“, spiega Francesco Broccolo, virologo e professore universitario. “Nella ricerca, in particolare, è emerso come dopo la terza dose (dunque dalla quarta in poi, ndr) si vada incontro a un fenomeno di “tolleranza”, di cui si parlava già un anno fa. Il lavoro pubblicato ha usato i topi per verificarlo. Dalla Quarta dose in poi, il sistema immunitario non risponde più in modo efficace in termini di anticorpi e prestazioni degli stessi, oltre che nella risposta t-memoria, che serve a contrastare i sintomi più gravi. Quindi gli scienziati suggeriscono di vaccinare solo dopo un test che verifichi tali funzioni“.
A furia di richiami con lo stesso vaccino, con lo stesso antigene, le cellule lo riconoscono e non è più efficace. “Questo accade perché si usa sempre lo stesso vaccino. Lo hanno sì modificato aggiungendo la variante omicron, ma continuando sempre con lo stesso diventa controproducente sia dal punto di vista immunitario, sia rispetto alla malattia. La cosa mi preoccupa molto: il vaccino non serve più per la protezione all’infezione, ma per la protezione alla malattia. Quindi si devono vaccinare anziani e fragili, non i giovani“. Anche chi ha fatto la terza dose si contagia e si ammala, a volte anche maggiormente rispetto a chi ha meno dosi o addirittura non si è vaccinato (lo certifica l’Istituto Superiore di Sanità). Perché però, tra i virologi, non è prevalente la posizione di chi vorrebbe ripensare le cure a questa pandemia? “In Cina si muore perché non si utilizzano i farmaci, le cure. Lavorano un po’ come non avessero appreso nulla da questa pandemia. Riguardo il silenzio sui monoclonali, il nome dice tutto: si chiamano “mono” proprio perché agiscono solo su una variante, ora non funzionano più. Ora abbiamo gli antivirali, che funzionano però solo se dati tempestivamente, entro 2 massimo 3 giorni dal tampone. Questi bloccano la replicazione del virus, e le ultime sottovarianti sono proprio tra quelle che si replicano di più. Devono essere prescritti dai medici di medicina generale“.