Il premier Giorgia Meloni ha presentato il “Piano Mattei”, un ambizioso piano energetico che dovrebbe rimettere l’Italia la centro dello scacchiere nel vecchio continente. Alla base di questo piano c’è infatti la volontà di rendere il Bel Paese un hub energetico, capace di farsi carico del trasferimento di risorse energetiche dal nord Africa al resto dell’Europa. La posizione geografica e i ritrovati rapporti con l’Algeria potrebbero favorire questa manovra, alternativa fondamentale per soddisfare il fabbisogno nostrano in mancanza di risorse russe. Sul tema si sono interrogati all’interno di Punto e Accapo su Radio Radio, Francesco Borgonovo e il suo ospite Giacomo Gabellini.
Borgonovo commenta quanto apparso sul Fatto Quotidiano: “Il generale Bertolini sul Fatto Quotidiano dice che ci siamo infilati in un conflitto che non ci appartiene, in quanto l’Ucraina non fa parte dell’Unione Europea e della Nato. Il rischio per l’Italia, oltre al problema di forniture sul piano energetico che non abbiamo più dalla Russia, è che il conflitto rischia di degenerare“. Commenta Gabellini: “L’Europa sconta la sua sostanziale mancanza di indipendenza e autonomia. Questa non è la nostra guerra. Anzi questo conflitto ha leso in maniera importante i nostri interessi, c’era un legame strettissimo tra Russia e Unione europea che permetteva a quest’ultima di portare avanti la sua strategia mercantilista che però era possibile proprio grazie alle forniture di energia e materie prime della federazione russa“
Il grande tema è quello energetico, ieri è stato annunciato il Piano Mattei che dovrebbe permette all’Italia di recuperare le risorse perse dall’interruzione dei rapporti con la Russia, per Borgonovo “fa piacere che ci sia una strategia energetica dichiarata, se noi riuscissimo in questa operazione di diventare quelli che dal nord africa distribuiscono energia a tutto il continente sarebbe una cosa buona. Però è un progetto ambizioso che si scontra con molti interessi. Bisogna vedere se l’Algeria è in grado di fornirci tutto il gas che ha promesso, e poi c’è la Germania di mezzo e noi rischiamo di andarci a scontrare con gli interessi di altre nazioni. La Germania ha rapporto stretto con la Turchia, i paesi del nord hanno interessi diversi dai nostri“.
Ci sono anche altri player che cercano di concorrere con l’Italia, spiega Gabellini “è un bene che l’Italia riscopre la sua vocazione mediterranea incredibilmente abbandonata. L’Algeria nel decennio passato ha avuto una penuria di entrate derivanti da energia che le hanno impedito di fare investimenti per aumentare la produzione. Il punto è che l’Italia dovrà impegnarsi a profondere denaro sonante per aiutare l’Algeria. L’Italia vuole proporsi come hub ma la stessa cosa sta facendo la Turchia che si è posta in maniera neutrale per la guerra in Russia. Per la Turchia potrebbero passare le condutture che portano gas israelita e cipriota, in concorrenza con il gas italiano“.