Salvini e il fronte rosso-bruno: “Fuori Zelensky da Sanremo“.
Però l’occhiello che leggiamo oggi su Repubblica non tiene conto proprio di tutte le uscite su una questione che ormai da settimane imperversa sui giornali. Già perché pure Carlo Calenda, che tutto è fuorché filorusso si è espresso chiaramente: “Ci sono pochi dubbi sulla nostra linea di sostegno all’Ucraina – scrive in un Tweet – ritengo tuttavia un errore combinare un evento musicale con il messaggio del Presidente di un paese in guerra“.
Posizione identica a quella di Salvini, che si era espresso allo stesso modo esponendosi alle solite accuse di essere un filoputiniano. Però c’è un sommovimento su questa storia: qualcosa è cambiato.
Probabilmente se dobbiamo trovare una ragione a quei virgolettati ci può essere un legame con queste elezioni. Queste uscite improvvise, questi cambiamenti repentini servono anche un po’ per differenziarsi dagli altri schieramenti. Si fa da attrattiva all’elettore, che magari è indeciso da chi ha posizioni simili, ma risolve il dubbio proprio in base alle uscite sporadiche su un tema o su un altro.
Di certo si può dire finalmente che l’ospitata di Zelensky a Sanremo non è una bella cosa senza essere accusati. Finalmente un piccolo passo verso l’incivilimento di questo dibattito.
E poi rispetto a qualche mese fa sta riprendendo vita il movimento contro la guerra. Delle manifestazioni in corso di organizzazione si terranno davanti all’Ariston per protestare contro la presenza sul palco di qualcuno che – con ogni probabilità – chiederà di continuare con la guerra, in linea con tutto un movimento bellicista. Perché poi il punto è questo: non è tanto Zelensky in sé, quanto il fronte bellicista che porta avanti l’idea di continuare a combattere fino alla vittoria dell’Ucraina. Cosa che potrebbe comportare conseguenze non proprio di poco conto.
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