Finora la Cina ha sempre mantenuto un rapporto molto sobrio e molto ragionevole nel quadro del conflitto ormai a tutti gli effetti mondiale, scaturito dalle vicende d’Ucraina. La Cina non ha mai gettato benzina sul fuoco, ha sempre provato a raffreddare gli animi e a favorire vie di dialogo tra Russia e Stati Uniti e tuttavia mai ha occultato la propria chiarissima prospettiva. Una prospettiva che ha ancora ribadito in questi giorni. Se è vero, che ha apertamente ammesso che ad aver innescato questa crisi e poi di fatto aver posto in essere le basi per questa scellerata guerra sono stati gli Stati Uniti e non certo la Russia. Così leggo a tal riguardo su AdnKronos in data 30 gennaio 2023. “Ucraina, Cina accusa U.S.A. per invasione Russa, hanno innescato la crisi per Pechino. Le accuse americane di appoggio cinese alla Russia sono paranoia“. Ora la Cina dice una cosa di per sé ovvia e scontata, che più volte abbiamo noi stessi ribadito in questi foschi mesi di guerra in Ucraina. E la cosa evidente, diremmo hegelianamente nota ma non conosciuta, è che la causa ultima di questo sciagurato conflitto deve essere ravvisata in Washington e non in Mosca. Perché, direte voi, se è stata Mosca ad aggredire l’Ucraina? Non è forse vero che l’aggredito ha ragione e l’aggressore ha torto? E non è forse lampante che l’aggressore è Mosca e non certo Kiev? Tutto vero quello che state dicendo. Tuttavia non dobbiamo dimenticare come siano realmente andate le cose e come si sia giunti a questo atto finale che ha portato alla guerra. Ebbene, la causa prima, dice la Cina, sono gli Stati Uniti, perché sono gli Stati Uniti che fin dagli anni 90, con il venir meno del dualismo e dell’equilibrio fra Russia, o meglio Unione Sovietica e Occidente a trazione atlantista, ebbene sono loro, gli Stati Uniti, che già negli anni 90 non hanno perso tempo e imperialisticamente mediante la NATO e mediante l’espansione verso Oriente, hanno occupato un poco alla volta gli spazi post sovietici, facendoli transitare sotto le insegne della NATO, spostando sempre più il confine e il confine dell’Occidente americano-centrico verso Oriente.
Insomma, adesso con l’Ucraina si accingevano a giungere ai confini con la Russia e a produrre nel tempo, in prospettiva, il regime-change, ossia la sostituzione di Putin con un fidato fantoccio liberale atlantista, magari Navalny. Nella prospettiva ultima di reprimere la Russia e renderla semplicemente una colonia di Washington. Ecco perché la Russia non ha potuto accettare. Ecco perché la Russia, ormai messa alle strette, è dovuta intervenire nel modo già ricordato. Questo non vuol dire giustificare la Russia. Significa ricorrere alla logica che viene ammessa comunemente, secondo cui la colpa è dell’aggressore. Ebbene, l’aggressore primissimo in questo caso è Washington e la Cina lo dice apertamente. La Cina per ora sta mantenendo, dicevo, un atteggiamento sobrio senza nascondere il fatto che essa resta in una cordiale intesa con la Russia e non certo con Washington. E benché non voglia intervenire nel conflitto, è costretta ad ammettere che se dovesse proseguire il conflitto, chiaramente starà dalla parte della Russia. Questo è al di là di ogni ragionevole dubbio. Sotto questo riguardo possiamo dire che è anzi auspicabile che si crei un blocco antagonistico rispetto a quello imperialistico liberale atlantista, un blocco che nella Cina e nella Russia trovi i propri due punti di riferimento fondamentali. E ciò in vista di un mondo multipolare che sostituisca l’imperialismo monopolare di Washington, la possibilità poliarchia di esistenza di più blocchi in equilibrio fra loro.