Stop ai voti sotto al 4. La proposta arriva dall’Alto Adige, più precisamente dall’assessore provinciale alla scuola in lingua tedesca, Philipp Achammer: “Non danno agli studenti la possibilità di recuperare. A cosa servono se non a umiliare un ragazzo?“. Proposta che ha subito suscitato forti dubbi sulla sua funzionalità. “Attenzione a non far crescere nell’ovatta i nostri ragazzi. Se non li abituiamo ad affrontare le frustrazioni che nella vita saranno tante facciamo il loro male” dice il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, mentre anche dai docenti stessi arriva la risposta: il 70% non sarebbe d’accordo. Allo stesso modo la pensa Fabio Duranti che aggiunge: “In questo modo è come se il quattro fosse il nuovo zero, non ha senso“.
Si parla allora di come questa proposta confermerebbe l’ipotesi che conferma come i giovani di oggi siano intoccabili, una generazione “fiocchi di neve”: svogliati e abbattuti, ma difesi. Svogliatezza che Alessandro Meluzzi descrive: “Oggi, come dice Spinoza, viviamo nel mondo delle passioni tristi. Immaginate di trovarvi in uno svincolo ferroviario, dove un treno in corsa in un binario può uccidere 70 operai e nell’altro 3 persone di una famiglia. Se chiedete ai giovani delle passioni tristi in quale binario devierebbero il treno, rispondono tutti in modo razionale: devio nel binario in cui ci sono 3 persone per salvarne molte di più. Risposta che ci trasformerebbe tutti in robot, perché chi siamo noi per decidere il destino delle persone? Quello che può evitare questo risultato è l’empatia, l’umanità. Per uccidere questa falsa razionalità e uccidere le passioni tristi, dobbiamo riscoprire l’incontro fra gli esseri umani.”