Bergoglio, Ratzinger e il tramonto di una fede ▷ Fusaro: “Vi spiego la fine del Cristianesimo”

Max Weber, ne “L’etica protestante e lo spirito del capitalismo” notava come per “attecchire” nel mondo cristiano deve prima fare in modo che questo si riformi. “Il capitalismo non decolla nella cattolicissima Italia o nella cattolicissima Spagna. Decolla nei paesi riformati grazie alla riforma protestante. Questo per dire che c’è un’incompatibilità tra il capitalismo e il cristianesimo, la stessa figura di Cristo potrebbe essere letta in questa maniera“.

Ma il filosofo e saggista Diego Fusaro non parla solo di etica o di morale in questa sua spiegazione: “La figura di Cristo mal si concilia con lo spirito del capitalismo. Cristo predicava un’equa distribuzione, cacciava i mercanti dal tempio, ha a che fare con il giubileo, anno della remissione dei debiti e della schiavitù. Il cristianesimo non è propriamente conciliabile con il capitalismo. O lo è fino a un certo punto“.

Quale, di preciso? “Lo è una certa corrente fredda del cristianesimo. Ma sul piano sociale cristianesimo e capitalismo non sono compatibili. Fare del cristianesimo una sorta di stampella del potere oggi è vero fino a un certo punto. C’è stata anche una corrente calda del cristianesimo, che il capitalismo supera e risolve quest’ambiguità. Thomas Hobbes, ad esempio, era terrorizzato da coloro i quali – richiamandosi ai testi sacri come Oliver Cromwell – avevano tagliato la testa al re“.

Togliere il cristianesimo“, conclude Fusaro, “non significa promuovere la scienza, significa promuovere un gelido potere che non ha neanche più resistenza di fronte a sé“. D’altronde lo aveva detto proprio Papa Benedetto: “Oggi più che mai il cristiano deve essere conscio di appartenere a una minoranza e di essere in contrasto con ciò che appare buono, ovvio, logico per lo spirito del mondo“.