Adesso basta! Ancora censura sul video di Soros e i suoi finanziamenti ai politici italiani

Devo cogliere l’occasione per denunciare questo ennesimo vergognoso atto di censura da parte dei social media. In particolare questo episodio riguarda YouTube. L’altro giorno ho letto in video un dossier pubblicato in copertina da Panorama del primo febbraio 2023 dal titolo “Soros, il grande vecchio, l’uomo che vuole comprarsi l’Italia“. Sottotitolo “con la sua fondazione distribuisce milioni di euro a partiti, associazioni e lobby. Inchiesta sul multimiliardario americano che influenza il nostro Paese, dalla gestione dei migranti alle droghe da liberalizzare. Così la lotta per i diritti va di pari passo con i suoi interessi”. Ho letto una parte di questo dossier senza commentare. Ho letto le cifre che Soros avrebbe dato e il nome dei politici e dei partiti italiani destinatari di questi finanziamenti.

Tutto ufficiale, perché sono dati che il giornalista di Panorama ha preso dalla dichiarazione dei redditi di questi politici. Quindi nulla di nascosto. Bene, anche questo è stato oggetto di censura. Il giorno dopo mi arriva una mail da YouTube che dice il tuo video è stato immediatamente rimosso perché inciterebbe alla violenza e al bullismo. Io mi rendo conto che leggere o sentire che un personaggio come Benedetto Della Vedova del partito della Bonino dichiara di aver ricevuto 312.000€ da Soros, ma che Soros non gli ha chiesto nulla in cambio. Mi rendo conto che una dichiarazione del genere fa veramente innervosire e ti verrebbe voglia di fargli una tirata d’orecchie, ma non è stato questo l’oggetto del mio video.

Io mi sono limitato a raccontare dei fatti oggettivi, a leggere dei dati pubblici ed è assurdo che YouTube mi censuri il video, addirittura rimuovendolo senza appello, perché un video del genere inciterebbe al bullismo. Qui c’è lo zampino dei fact checker italiani, anche perché in quell’articolo vengono chiamati in causa, perché pare che Soros abbia elargito tanti fondi, soprattutto così come è specificato nel dossier, a questi fantomatici fact checker, che sono quelli che poi in realtà censurano molto spesso le notizie vere attaccano i giornalisti liberi per diffondere il pensiero unico, pensiero unico che quasi sempre è in linea con quello di speculatori come George Soros, che poi scopriamo finanziare coi fact check stessi.

Noi non possiamo permettere che questo continui ad accadere in Italia. C’è bisogno che il governo prenda provvedimenti perché non si possono silenziare giornalisti come il sottoscritto che è ufficialmente iscritto all’albo dei pubblicisti, che paga la cassa giornalisti e che vorrebbe poter fare il proprio lavoro anche pubblicizzando il lavoro di colleghi. E non posso svegliarmi una mattina e trovarmi un canale a cui è stata tolta la possibilità di monetizzare ed un video che è stato addirittura rimosso senza appello quando non c’era assolutamente nulla da censurare di quel mio lavoro.