Il decreto legge della scorsa settimana ha di fatto cambiato ancora le carte in tavola sul Superbonus 110% creando ulteriori disagi al mondo dell’edilizia già alle prese con la questione primaria dello sblocco dei crediti. La Class Action Nazionale Dell’Edilizia da mesi si preoccupa di attirare l’attenzione su un tema che ormai riempie le prime pagine di tutti i quotidiani nazionali. La discussione sul tema si è sviluppata durante “Lavori in Corso” con Igor di Iulio, coordinatore del Lazio di CANDE, Alessandro Malapelle, del centro studi CANDE e l’Onorevole Emiliano Fenu, del Movimento 5 Stelle.
Fenu pone l’accento sulla differenza di visione politica tra chi ha pensato il Superbonus e l’attuale Governo: “In questi giorni ho sentito affermazioni in malafede. In Italia è aumentato il lavoro e con Giorgetti c’è sempre stata ostilità per la questione dei crediti cedibili. Uno strumento di questo tipo consente di finanziare investimenti ad alto moltiplicatore autofinanziandosi, secondo il Censis al 70% come retroazione fiscale“.
Le parole di Igor di Iulio sono volte a sottolineare quali errori, secondo la Class Action, sono evidenti nelle dichiarazioni di chi governa l’Italia: “Da settembre in poi non si è più parlato di Superbonus. Da giovedì notte in poi abbiamo visto su tutti i canali di comunicazione italiani un’aggressione verso il Superbonus e verso tutto quello che ne consegue, e siamo arrivati a sentir dire che il superbonus è costato 2000 euro a ogni cittadino italiano. I 120 miliardi investiti li abbiamo investiti noi imprenditori edili e quei poveri disgraziati dei committenti che non sono riusciti a cedere i crediti, lo Stato ancora ha messo veramente pochi di soldi. Altrimenti dovrebbero spiegarci come hanno coperto questo buco di bilancio da 120 miliardi.
Ma hanno fatto questo conto: 120 miliardi diviso 60 milioni di persone e hanno tirato fuori 2000 euro a testa. Ora dovremmo spiegare anzitutto a queste persone che ci governano la differenza tra un costo e un investimento, che già mi sembra una cosa abbastanza elementare. Facciamo un esempio molto semplice: se compro un camion con i soldi della mia azienda, quel camion mi porterà del lavoro. Se io con gli stessi soldi invece del camion mi compro la Ferrari mi fa fare il figo in giro, però non mi porta soldi. E quindi quella Ferrari è un costo. Il camion è un investimento.
La guerra in Ucraina fino a oggi c’è costata 76 miliardi. Abbiamo salvato vite? Non mi sembra perché continua a morire gente e si continua a bombardare. Il Superbonus ci è costato 120 miliardi. Intanto dovremo specificare che il Superbonus non è un costo, ma è un mancato introito, secondo viene ripartito in 4 o 5 anni in base all’anno in cui si è fatto fattura”.