La democratica Ucraina sospende due giornalisti italiani ▷ “Quando si viene accusati da loro non va a finire bene”

Alfredo Bosco e Andrea Sceresini sono due reporter freelance che sono da giorni bloccati in Ucraina a Kiev in attesa che i servizi di sicurezza ucraini si decidano a interrogarli.
L’accusa? I due giornalisti sarebbero accusati di esserecollaboratori del nemico“, e per questo la Sbu (il Servizio di Sicurezza dell’Ucraina) ha sospeso l’accredito militare ai due reporter.
Non possono presentarsi al palazzo, non possono fare il loro lavoro: sono diventati improvvisamente personaggi scomodi. I motivi? Probabilmente l’aver raccontato nel 2014 e nel 2015 la situazione a Donetsk e il fatto di essere stati fisicamente nel territorio del Dombass, in controllo russo.
Peccato che ci siano stati proprio per fare articoli contro le milizie russe. L’Ordine Dei Giornalisti si sarebbe già mosso chiedendo al Ministero degli Esteri di intervenire.

La cosa pericolosa è che quando si viene accusati di essere nemici dell’Ucraina non va a finire bene” – commenta l’accaduto Francesco Borgonovo – “C’è anche un sito dove vengono indicati i nemici del popolo, tempo fa uno di loro è stato anche ucciso. Ritengo che sia un caso veramente incredibile di cui non si è discusso“.
I due giornalisti hanno raccontato a Il Manifesto: “Se passerà questo principio secondo il quale chiunque sia stato dall’altra parte cercando di raccontare il conflitto a tutto tondo viene automaticamente considerato un nemico ed una spia, allora si rischia che non ci saranno più reportage ma solo comunicati stampa. A Mosca funziona già così“.

Allora riprende Borgonovo: “Parliamo tanto della Russia dove non c’è libertà e si rischiano sanzioni a criticare. Dopodiché però dobbiamo andare a vedere la situazione dell’altra parte: l’opposizione è stata fatta fuori e poi succedono cose di questo genere.
Quindi parliamo tanto di combattere per la libertà e per la democrazia e poi…forse non funziona tanto bene, no? Ci sono dei giornalisti italiani che sono stati respinti, non possono lavorare e non si sa di preciso per quale motivo. Una situazione certamente non bella essere considerati nemici del popolo in questo momento“.