Una serata da re che rimanda ad altre notti dal sapore di Champions. Angel Di Maria non l’ha segnata in rimonta all’Atletico la sua tripletta, con un Nantes che neppure lo ricorda da lontano, ma con una Juve che pure è ben lontana da quella del primo Cristiano Ronaldo. La squadra di Allegri però stasera gioca e lo fa per tutti e due i tempi rubando occhi tra il pubblico e palloni agli avversari. Una prestazione in cui il peso specifico dell’argentino campione del mondo è decisivo a dir poco. Prima segna un gol su assist di Fagioli pennellato dall’angolo destro dell’area fin là, dove il povero Lafont può solo battezzarla con lo sguardo. Poi fa espellere Pallois, all’andata un gigante, al ritorno messo a sedere da una giocata a mo’ di calcio a 5: rigore; ovviamente realizzato dallo stesso che lo guadagna.
Palla sotto il sette e il fuoriclasse ex PSG può esultare ancora.
Ma la fame di gol e di vittoria dell’argentino ispirano anche chi finora si era esaltato meno: Locatelli riprova quella frustata da fuori area che tutti ricordiamo del suo europeo – palla fuori di nulla – De Sciglio salta più volte Centonze, che non devia neppure un cross, sebbene Kean sia poco freddo. E poi Fagioli fa la solita partita da tutore dell’ordine, senza menzionare un Kostic che si specializza in traversoni (spediti fuori più volte da Cuadrado).
Alex Sandro e Vlahovic tentano persino la manovra di sfondamento alla “Sarri”: uno due al limite dell’area, poi il brasiliano fa sbattere il pallone su Lafont e il serbo non impatta. Tutta una questione di testa, e quella di Di Maria stasera è particolarmente ispirata per segnare il tre a zero con una zuccata angolatissima.
A nulla serve il bagher del portiere francese: la goal line decreta la tripletta e mette fine ai giochi.
C’è spazio anche per qualche prodezza di Szczesny, quando però la testa è già agli ottavi. Toccherà domani all’urna fare il resto.
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