Parliamo dell’inchiesta sull’epidemia a Bergamo. Oggi Il Fatto Quotidiano in prima pagina mostra alcune mail che si sono scambiati all’interno della Regione Lombardia dove i massimi dirigenti, tra cui il Presidente Fontana, erano a conoscenza della gravità della situazione in corso ma non hanno fatto nulla per arginarla, al contrario non hanno comunicato i dati. Il Fatto continua il report con un altro articolo nel quale ci sono gli scambi di mail dei funzionari del Ministero della Salute dai quali si evince che alcuni ritardi potrebbero essere dovuti ad una difficoltà nel tradurre le direttive che provenivano dall’OMS. Il caso nasce da un’email inviata ad una società di Cagliari, affinché venga consegnata urgentemente la traduzione dall’inglese all’italiano di un testo inviato dal Ministero.
Evidentemente gli esperti dei quali si erano circondati non erano in grado di gestire l’emergenza eppure continuano a dire siamo stati i migliori. Speranza su La Stampa afferma invece di aver fatto tutto il possibile e di aver dato tutto quello che poteva dare come Ministro. “Nei due anni della pandemia ci siamo mossi come fossimo al buio“. Si sono mossi come fossero al buio perché le persone non erano all’altezza, perché il nostro sistema sanitario non era efficiente, perché non c’era un piano pandemico e quindi le misure che sono state prese non erano adeguate. L’Italia non era in grado di rispondere all’emergenza, sia per le strutture che per il personale e il piano pandemico era aggiornato al 2006: si doveva fare di più.