La Commissione d’inchiesta sulle primissime fasi della pandemia di COVID-19 sta per iniziare il suo lavoro.
Verranno analizzati nello specifico i temi riguardanti la prevenzione e il contrasto della malattia, con lo scopo di identificare dei possibili errori del Governo Conte in merito a come è stata gestita l’emergenza.
PD e Movimento 5 Stelle sembrano spaventati, come dimostra una dichiarazione di Roberto Speranza, ex Ministro della Salute, che ha affermato come l’inchiesta sia una “clava politica” per attaccare e umiliare l’opposizione.
Ma le cose non sembrerebbero essere così.
Inchieste e molti retroscena sono spuntati, e continuano a farlo, alla Camera.
Mascherine, piano pandemico: all’inizio, era tutto completamente fermo e rimasto non aggiornato.
Almeno è quello che ha affermato il giornalista di Report, Giulio Valesini che è intervenuto giovedì 2 marzo alla Camera.
“Report, trasmissione della RAI, si è occupata a lungo del caso e ha raccontato con diverse inchieste quanto è successo nei primi mesi della pandemia. Circa otto le inchieste dedicate a questo a questo tema.
La prima fu il 30 marzo del 2020. Si intitolava “Il paziente zero”.
Sin da questa prima inchiesta, parliamo del 30 marzo 2020 quindi l’Italia era in piena emergenza, noi abbiamo scoperto e abbiamo sottolineato una grave mancanza, ovvero il mancato aggiornamento e la mancata attuazione di un piano pandemico nazionale. Successivamente scoprimmo addirittura che il piano era stato non era mai stato aggiornato dal 2006 ma che progressivamente il Ministero della Salute italiano aveva aggiornato esclusivamente la sua pagina internet.
Il 4 febbraio 2020 vi sottolineo che l’Italia aveva comunicato agli organismi internazionali, compilando il questionario obbligatorio, di essere molto pronta in caso di una reale pandemia. Se non sbaglio la valutazione che fa dall’uno a cinque, l’Italia rispose che aveva un grado di preparazione pari a cinque.
L’Italia non era pronta ed era ovvio, nonostante l’OMS avesse avvisato che una pandemia sarebbe arrivata“.