“Io vorrei iniziare con una dichiarazione dell’Associazione dei familiari delle vittime “Seregno sempre uniti” a fronte anche delle emergenze che ci sono state nell’indagine della procura di Bergamo: ‘Da oggi si descrive la storia della strage Bergamasca e Lombarda, la storia delle famiglie, delle responsabilità che hanno portato alle nostre perdite. Da sempre ci siamo battuti per la verità dei nostri cari, nonostante l’omertà che ha contraddistinto questa storia. Le risultanze della procura di Bergamo, non ci restituiscono i nostri cari e non cancellano le lacrime che abbiamo versato, ma onora la memoria di chi ha pagato in prima persona un prezzo troppo alto. A noi che resistiamo dalla forza per continuare a combattere con ancora più determinazione le nostre battaglie“.
L’intervento dell’Avvocato Consuelo Locati si apre con la lettura di questa dichiarazione, per poi passare al racconto della sua storia personale: “Io ho perso il papà il 27 marzo del 2020 a Bergamo. E come tutti i familiari delle vittime dell’associazione che io in questa sede rappresento, l’ho visto morire soffocato. Non potevo fare nulla per lui. L’ho visto affievolirsi giorno dopo giorno, cercando inutilmente bombole dell’ossigeno che nel frattempo erano diventate introvabili perché la gente moriva a casa senza ossigeno. Dall’altro canto non si potevano portare negli ospedali che erano già al collasso. Riuscite a immaginare cosa significhi non trovare nessuno che spieghi il funzionamento di una bombola dell’ossigeno quando la trovavamo? Oppure ricercare spasmodicamente dei saturimetri che fino a quel momento non sapevamo nemmeno che cosa fossero, per tarare l’erogazione dell’ossigeno a chi ne aveva fame e non riusciva neppure a respirare?
Gli ospedali erano al collasso, non c’erano ambulanze e quelle che c’erano erano in code davanti al pronto soccorso prima di far entrare persone che poi una volta entrate venivano adagiati su barelle di fortuna o su materassini per terra e morivano lì prima di essere trasportati in un qualche letto di di reparto che di reparto di ospedale e il sottofondo sentivamo solo le sirene delle ambulanze. Voi lo sapete? Riuscite a immaginare che cosa abbiamo provato?
Noi abbiamo dato fiducia al Parlamento e nelle persone che il Parlamento costituiscono. Ma fino ad ora questa fiducia non c’è stata, non c’è stata ripagata. Invece la commissione d’inchiesta sarebbero a prova che anche le istituzioni vogliono riprendere una relazione con i propri cittadini e vogliono ripagare la fiducia che è stata loro data perché questo è il fondamento di una democrazia e le risposte devono essere date in tempi ragionevoli. Perché analizzare ogni errore, ogni sbaglio serve perché la strage che abbiamo vissuto non si ripeta più. E voi avete il dovere di gridare a tutti noi la speranza di credere in qualcosa, la verità“.