Lo slalom speciale di Kvaratskelia. L’orientale spirito guerriero di Kim. L’immarcabilità di Osimhen. La geometria di Lobotka. La danza di Zielinski. La ferocia di Anguissa. L’energia di Olivera. L’estro di Politano. La sfrontatezza di Gollini. L’energia di Rahmani. La classe signorile di Di Lorenzo. Non si sa davvero da dove iniziare per magnificare il Napoli di questa sera. E di tutta la stagione.
In ordine sparso… abbiamo citato solo gli 11 titolari di una partita straordinaria da parte degli uomini di Spalletti, che ancora una volta, dopo la sconfitta, rispondono sul campo in maniera eccezionale. Ciò nonostante il valore dell’avversaria affrontata (l’Atalanta di Gasperini) che ha venduto carissima la propria pelle, ma che è stata capace di resistere soltanto per un’ora.
Ci è voluta una prodezza di Kvaratskelia per sbloccare la partita, ma probabilmente il gol sarebbe comunque arrivato lo stesso di lì a poco tanto era stato eccezionale il modo con cui la squadra di Spalletti era tornata in campo nella ripresa dopo un primo tempo più che discreto, senza essere però mai riuscita a trovare lo spunto decisivo.
Non ci sono adeguate parole per descrivere a pieno l’efficacia e la brillantezza del gioco del Napoli. Capace di fondere in sé tutte le diverse anime del bel calcio: dal calcio fisico al calcio totale, dal tiki taka al calcio verticale.
“La capolista se ne va” ha urlato il Maradona a fine partita. Ed effettivamente sembra essere proprio l’allungo decisivo, dopo l’ennesimo stop dell’Inter, la più “immediata” inseguitrice fino alla settimana scorsa. La città si sta già agghindando a festa da giorni. Ed è giusto che sia così, contro ogni scaramanzia tipicamente napoletana. Perché questa squadra merita di essere celebrata per mesi.