Non serve vedere il Napoli Non ho visto la partita Torino-Napoli. Ragioni personali me lo hanno impedito. Se ora il lettore dovesse domandarsi a che titolo io possa oggi commentarla… commettebbe però un enorme sbaglio. La vera notizia potrebbe essere infatti proprio questa: tra i tantissimi record del Napoli di questa stagione (certamente tra quelli meno importanti di tutti) c’è infatti quella di essere riuscito a farmi saltare una visione di una loro partita. In tantissimi anni al “seguito” degli azzurri (dallo stadio o in TV)…
Non è infatti la prima volta che alcuni impegni personali si intrecciano con l’orario delle partite. Ma sempre… in un modo o nell’altro… ho trovato la soluzione per riuscire a seguire il match. Oggi NO. Ma non perché non abbia POTUTO… Ma solo perché non ho VOLUTO. E non ho voluto perché ormai so benissimo che tipo di partita giocherà il Napoli, che tipo di dominio avrà Osimhem, che tipo di finezze offrirà Kvaratskelia, che tipo di eleganza mostrerà Lobotka, ecc. ecc. E so anche che se pure così non fosse… Se il Napoli fosse sottotono e magari uscisse sconfitto… C’è quel senso di tranquillità di sapere che quasi certamente NULLA cambierebbe in ottica tricolore. Il Napoli è entrato, almeno per quest’anno, in quel loop di routine…
Tipico solo delle squadre più forti della storia di questo secolo, che, di fatto, hanno inanellato solo vittorie su vittorie nelle proprie leghe (il Barcellona di Guardiola, il Bayern Monaco, il Paris Saint German… e forse poche altre). Una sensazione mai provata dal popolo azzurro. Forse irripetibile. E che per questo va goduta a pieno, secondo per secondo. Per la cronaca… ma solo per quella… Torino-Napoli è finita 0-4, con doppietta di Osimhen, rigore di Kvaratskelia e… giusto per variare un po’ sul tema, il primo gol in Serie A di Ndombele.