Cinque minuti per avere un bambino.
La maternità surrogata o il così detto utero in affitto è una pratica che negli ultimi anni ha fatto molto discutere. In alcuni paesi, come Stati Uniti e Regno Unito, è stata legalizzata, mentre in Italia ad esempio costituisce una pratica medica vietata che “offende in modo intollerabile la dignità della donna e mina nel profondo le relazioni umane“. Alessandro Rico, giornalista de La Verità ha dimostrato come sia abbastanza facile aggirare le nostre normative, affidandosi a società estere, che tramite pagamento forniscono questo tipo di servizio occupandosi di tutte le procedure. “L’accordo che noi avevamo raggiunto era per una procedura che cominciava a Cipro Nord, dove ci sarebbe stata la raccolta del liquido seminale e la firma di vari documenti. Alla ventiquattresima settimana, la nostra madre surrogata sarebbe venuta in Italia. Noi l’avremmo ospitata a nostre spese e poi avremmo organizzato la gravidanza, spacciandola per una fidanzata che partoriva nostro figlio. Siamo stati rassicurati sul fatto che la signorina candidata ad affittarci il suo utero, non cambiasse idea e non decidesse di tenersi il figlio. Questa forse è la parte più agghiacciante, perché ci è stato detto che queste ragazze lo fanno tutte quante per denaro. Hanno già i loro figli. Lo fanno per garantire un futuro ai loro figli. Ecco perché poi cade la retorica sul gesto d’amore, sul fatto che la maternità surrogata in realtà è una pratica che può essere fatta senza lo sfruttamento del corpo del bambino. A parte che anche se fosse fatta gratis, sarebbe comunque un’aberrazione. Dal mio punto di vista il bimbo non può essere oggetto di un mercato e nemmeno può essere oggetto di un regalo. Il bambino semplicemente non è un oggetto di scambio“.
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