Il “Maradona” non era più abituato a vedere la squadra di casa che subisce dall’inizio alla fine senza palesare alcuna capacità di reazione; lo stadio di Napoli aveva messo a disposizione un entusiasmo travasato dall’attesa del tricolore imminente, ma è bastato il verdetto del primo tempo a far scemare ogni euforia dovuta all’azzurro locale. Il verdetto di metà serata è che all’Inghilterra basta fare un compitino sul piano tattico, supportato dalla consueta messa a punto atletica garantita dalla Premier League.
A proposito: giù il cappello di fronte a Harry Kane, che con il rigore depositato alle spalle di Donnarumma diventa il miglior marcatore della Nazionale inglese, avendo strappato lo scettro a un signore di nome Wayne Rooney.
La ripresa vede un’Inghilterra sin troppo rilassata e un’Italia che dopo qualche tentativo velleitario dalla distanza trova l’essenziale, come canta Mengoni, all’altezza dei venti metri, dopo che Maguire (cartellino arancione, diciamo) aveva abbattuto Barella: Pellegrini trova il corridoio rasoterra per Retegui e l’attaccante del Tigre, fino a quel momento misteriosissimo oggetto, incrocia sul palo più lontano per l’1-2. Esordio con gol, è già in una casella in rilievo nell’almanacco. Botta d’entusiasmo, cambi che danno ciccia e rapidità all’Italia, Inghilterra fallosa e svagata, alla quale sembra non bastare più l’onnipresente Rice.
Gnonto è un “cinquantino” con accelerazioni da 125, mentre un finale caotico viene ulteriormente ingarbugliato dal serbo Jovanovic, arbitro dai tempi tibetani per l’attribuzione dei cartellini.
Alla fine un’Italia un poco più decente e razionale non basta per pareggiare il conto contro un’Inghilterra che ha badato, nel secondo tempo, solamente a spezzettare il gioco ma che, alla fine, ha avuto ragione.
Il cammino per Euro 2024 comincia in salita; speriamo che almeno questa serata sia servita per far capire a Mancini quale sia l’Italia più sensata e quali gli uomini che le hanno dato una parvenza di squadra.
Paolo Marcacci