Leggiamo su Il Messaggero che non solo Putin, ma anche il Presidente cinese Xi Jinping sarebbe gravemente malato.
Ebbene, è una narrativa alla quale ormai siamo avvezzi, ed è anzi da più di un anno che ormai procede imperterrita con un ritmo incalzante di fake news e di desideri fatti passare per realtà.
Che l’occidente a trazione atlantista sogni l’ammalarsi di Putin e magari anche di Xi Jinping, e quindi il passaggio repentino e della Russia e della Cina sotto le insegne dell’imperialismo statunitense, è credo, al di là di ogni ragionevole dubbio, un dato di fatto.
L’occidente non vede l’ora di poter mettere le mani sulla Russia e poi anche sulla Cina.
Dobbiamo esserne consapevoli: nel breve periodo l’obiettivo polemico e bellico coincide, l’abbiamo capito bene, con la Russia.
Nel lungo periodo, invece, coinciderà sempre più con la Cina, che già da tempo sta contendendo il primato con gli Stati Uniti e che, anzi di fatto, su più fronti, li ha già superati.
Solo che gli USA, naturalmente, sono espertissimi nel mutare il rapporto, orwellianamente, fra parole e cose.
E così chiamano “missioni di pace” il loro imperialismo, “esportazione della democrazia” la loro aggressione violenta e manu militari di paesi non allineati.
E adesso ci vengono a spiegare che in realtà loro stanno lottando per il bene contro il male, incarnato dalla Russia e anche dalla Cina.
Del resto, la Cina sa bene che le conviene, sotto ogni profilo, appoggiare la Russia, non foss’altro che per il fatto che dopo la Russia toccherà a lei a essere aggredita, in un modo o nell’altro, da Washington, magari via Taiwan.
Taiwan, lo ricordo, svolge contro la Cina la stessa funzione che l’Ucraina svolge contro la Russia.
Sono entrambi avamposti impiegati ad arte da Washington in funzione rispettivamente antirussa, l’Ucraina, e anticinese, Taiwan.
Ebbene, è bastato che Xi Jinping andasse in visita a Mosca da Putin e di fatto esternasse la propria volontà di appoggiare la Russia, cosa per altro già nella l’aria da tempo, perché egli si ammalasse.
Proprio così.
I professionisti dell’informazione, mai formula fu più orwelliana, hanno preteso di vaticinare la malattia grave di Xi Jinping, non è ben chiaro da quali sintomi. Del resto, hanno diagnosticato almeno dieci malattie diverse a Putin nell’ultimo anno e adesso inseriscono anche il Presidente cinese nell’ordine dei malati, dove per malati intendiamo tutti coloro i quali non piacciono all’occidente e che l’occidente spera, in un modo o nell’altro, si ammalino e tolgano il disturbo.
Ebbene, da notare è che è bastato che Xi Jinping andasse a Mosca da Putin, e celebrasse l’alleanza del dragone cinese con l’orso russo, perché si ammalasse. Il fabula docet dice che conviene essere molto amici di Washington e dell’occidente, altrimenti ci si ammala in fretta come è accaduto a Putin prima e a Xi Jinping dopo.
Ben capite quanto sia demenziale e fumettistico questo registro narrativo che pure viene proposto sui principali quotidiani italiani, quelli che peraltro dicono di essere in guerra contro le fake news, e poi diffondono un discorso di questo tipo che forse alcuni prendono per buono ma che in realtà rivela palesemente la propria assurdità.
Sotto questo profilo, devo esser sincero, non mi stupisce tanto che il potere produca l’intollerabile.
Mi stupisce di più che produca anche soggetti disposti, magari con ebete euforia, a tollerarlo.
Perché in effetti una narrazione di questo tipo offende il logos non solo con tutta evidenza di chi la propone, ma anche di chi, e forse in misura anche maggiore, la accetta e la prende per buona.
RadioAttività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro