Il viaggio in Russia del presidente cinese Xi Jinping, andato ad incontrare il suo omologo russo, Vladimir Putin, dal 20 al 22 marzo, ha monopolizzato l’attenzione dei media mondiali. E forse è anche giusto così, dato che i due hanno praticamente dichiarato di voler fermare insieme il progetto imperialista statunitense di ordine mondiale unipolare.
Un progetto che procedeva indisturbato fin dagli anni 70.
Molto significative a questo proposito le parole pronunciate dal presidente cinese, quando ha detto: “nessuno potrà più imporre il proprio ordine mondiale“.
Parole che hanno trovato la massima approvazione da parte del presidente russo, che non voleva sentirsi dire altro.
E queste parole, a mio avviso, segneranno uno spartiacque nella storia, la caduta di un nuovo muro, quello di gomma contro cui rimbalzava ogni tentativo di bloccare l’agenda imperialista statunitense.
Ma i media occidentali, però, omettendo alcune cose, non ci hanno dato un quadro d’insieme di quello che sta avvenendo, e quindi noi dobbiamo un attimo allargare l’obiettivo.
Non possiamo focalizzare l’attenzione solo su quello che è il nucleo centrale, ossia sull’asse sino-russo.
Perché c’è tanta energia che ruota attorno a quel nucleo.
Mi riferisco a quello che è accaduto dal 19 al 20 marzo in Russia, ossia alla vigilia dell’arrivo del leader cinese, quando la Duma di Stato ha ospitato la seconda conferenza parlamentare internazionale Russia-Africa.
Questo rende evidente che Putin, prima di iniziare l’assalto all’ordine mondiale unipolare a guida statunitense, ha voluto ammassare le sue truppe e capire chi è disposto a combattere al suo fianco in favore di un mondo multipolare.
Quindi chi è disposto ad affrancarsi da quello che lui stesso ha definito il “neocolonialismo occidentale”: si scrive occidentale, si legge, ovviamente, statunitense.
L’incontro è avvenuto alla presenza di ben 40 delegazioni africane.
Ed è avvenuto proprio in vista del prossimo vertice Africa-Russia, che si terrà a San Pietroburgo alla fine di luglio.
Quindi, quattro anni dopo il vertice di Soci, sempre tra Russi e Capi di Stato Africani.
E’ stato unanime il sostegno espresso al presidente russo, dai vari leader presenti.
Il tema principale della tavola rotonda aveva un titolo eloquente: neocolonialismo dell’occidente, come prevenire la ripetizione della storia. Tra i temi trattati, quello della sicurezza indivisibile, quello della protezione delle sovranità nazionali, della non interferenza negli affari interni degli altri stati.
Ovviamente, poi il tema della lotta contro la povertà, il contrasto al terrorismo e, novità assoluta di questo vertice tra Russi e Africani, è stato il tema delle minacce biologiche militari.
Sicuramente un tema divenuto prioritario dopo le scoperte russe in Ucraina di quei famosi biolaboratori gestiti dagli statunitensi sul suolo ucraino, dove erano custoditi pericolosi agenti patogeni che potevano essere usati per la creazione di armi biologiche.
Quindi torna questo tema e viene messo al centro della tavola rotonda tra Russi e Africani, che giurano di voler proseguire insieme per sconfiggere, per superare l’ordine mondiale imposto dall’occidente, ma, permettetemi anche in questo caso di ribadire, nuovamente imposto dagli Stati Uniti.
Putin ha concluso dicendo: “Siamo convinti che l’Africa diventerà uno dei leader del nuovo ordine mondiale multipolare emergente“.
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