Si è avuto nei giorni scorsi un incontro importante tra il Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, e Bergoglio che i più continuano a considerare Papa e che invero Papa non è stato mai in ragione del fatto che Ratzinger rinunciò nel 2013 al Ministero ma non al Munus ponendo se stesso in sede impedita e non vacante.
L’incontro tra Mattarella e Bergoglio è stato importante poiché Mattarella ha riconosciuto che le parole di Bergoglio rappresentano la via maestra per la pace. Almeno su questo tema bisogna riconoscere che Bergoglio sembra essere disallineato rispetto all’ordine mondiale liberal-atlantista. Sul resto la sua sembra essere una teologia complementare rispetto alla globalizzazione neoliberale e sembra oggi esistere un pensiero unico teologicamente corretto.
Quella proposta da Bergoglio è una fede low cost e Smart per consumatori gaudenti che diventano indistinguibili dai cristiani. è venuta così meno la distinzione tra cristiani e consumatori cosicché i due coincidono nella figura dell’adepto ortodosso della globalizzazione neoliberale. Se non altro sul tema della guerra Bergoglio ha ragione, utilizzando un’espressione, tempo a dietro molto, un’espressione molte efficace allorché disse che la causa concreta della guerra andava ravvisato nell’abbaiare scomposto della NATO verso Oriente, alludendo all’imperialismo di Washington già manifestatosi negli anni 90′ nelle aree post sovietiche.
Bergoglio ha riconosciuto che non è solo l’impero russo in causa in questa guerra ma alludendo anche all’impero americano e al suo imperialismo. Quelle di Bergoglio sono parole che rappresentano la via maestra della pace, peccato che l’Italia stia andando in senso contrario, mandando armi all’Ucraina e sostenendo le politiche imperialiste degli Usa.
L’invio di armi a Kiev contraddice lo spirito e lettera dell’art. 11 della Costituzione il quale esplicita che l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa ma la ripudia altresì come strumento per dirimere le controversie internazionali. Ci troviamo in una curiosa contraddizione, quella dell’Italia che celebra le parole di pace del Papa e poi proseguita la guerra mandando le armi a Kiev. Sovvengono le parole delle Metamorfosi di Ovidio: “Vedo il meglio e lo approvo ma poi seguo il peggio”.
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