Gentiloni è andato in Tunisia perché lo stato è sull’orlo del fallimento e deve ricevere una copertura finanziaria che scongiuri il default. Il Fondo Monetario Internazionale si è attivato, ma come sappiamo pone anche delle condizioni. In tanti quindi stanno andando via dal paese, soprattutto i sub sahariani che lì non trovano più lavoro e prolungano il loro viaggio fino all’Europa.
Nel frattempo, in Senato si discute il Decreto legge sulla questione dell’immigrazione. Sul tema è tornato a parlare il leader leghista Salvini: “Sicuramente l’immigrazione non può essere regolata da organismi privati finanziati da paesi stranieri. Questo è poco ma sicuro. È l’Italia sotto attacco, non le Ong. Se ci sono dichiarazioni della Guardia costiera piuttosto che della Marina che sono corpi dello Stato che lamentano che il lavoro viene ostacolato, va preso in considerazione. Ma il problema sono i trafficanti e gli scafisti non altri”.
La situazione è molto scomoda per il governo infatti Il Corriere della Sera titola: “Quadruplicati gli sbarchi. I centri di accoglienza al collasso, Gentiloni in Tunisia“. Oltretutto ieri era il così detto Click day: Ovvero la possibilità per gli stranieri di fare domanda per venire nel nostro paese a lavorare. Sono pervenute oltre 240 mila domande su 82 mila posti liberi.