“E’ un impegno che avevamo assunto e abbiamo ritenuto di adempiere immediatamente“.
Dopo l’approvazione della manovra di bilancio, che evidentemente ha assorbito nelle prime settimane il tempo del nuovo governo, è partito l’iter per l’istituzione della commissione d’inchiesta sul Covid: “Siamo a buon punto“, annuncia in diretta l’on. Galeazzo Bignami.
Il viceministro delle infrastrutture e dei traporti è stato il promo a proporre l’idea in tempi non sospetti: “Abbiamo già svolto le audizioni e stiamo elaborando un testo base. Non sarà una commissione monocamerale, e non è un particolare di poco conto. Camera e Senato parteciperanno assieme e gli esiti di quella commissione d’inchiesta attesteranno con crismi d’ufficialità che cosa è successo nei due anni della pandemia“.
“Deliberati errori”
Il focus non sarà solo sulle restrizioni o sul piano pandemico, ma sulle responsabilità personali nella gestione delle libertà e delle cure: “Quando io facevo gli accessi agli atti per avere i verbali della task force secretati dal Ministero della Salute (che addirittura diceva che non esistevano) mi firmavano tutte le risposte con uno scarabocchio in fondo e io minacciavo di andare in procura.
Cosa che poi ho fatto, segnalando che se non si firma con nome e cognome di fatto si sta commettendo un’omissione da denunciare alle autorità competenti. Non hanno mai messo nome e cognome. Perché? Perché sono dei pavidi“.
“La differenza sostanziale che c’è tra noi e loro – continua Bignami – è che noi ci prendiamo la responsabilità di quello che stiamo facendo. Poi potremmo anche sbagliare, ma con una distinzione: quando è iniziata tutta questa vicenda noi non credevamo e non volevamo che qualcuno potesse avere la scienza infusa e operare senza commettere errori. L’errore esiste.
Quello che noi non abbiamo ammesso è che quando qualcuno commette dei deliberati errori, quella è una scelta, non un errore. Una scelta consapevole, sbagliata, le cui ricadute non vengono fatte pagare dalla classe burocratica e politica, ma dagli italiani tutti“.
“Fuori nomi e cognomi”
Il famoso protocollo “Tachipirina e vigile attesa” è stato sconfessato anche da studi recenti. Va segnalata una ricerca condotta dall’Istituto Mario Negri e dall’Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo e pubblicato su Lancet nel 2022, tralasciando il prezioso lavoro di medici che da marzo 2020 hanno effettuato cure domiciliari in barba ai “suggerimenti” del Ministero: “Sulle cure ricordiamoci bene pagina 16 del piano pandemico del 2006, capitolo 6: la fase pandemica acuta prevedeva le cure. Le hanno negate. Hanno negato la differenziazione delle cure sulla base delle patologie personali. Tutte cose previste, noi vogliamo capire perché.
Poi magari scopriremo che avevamo ragione noi, mantengo il dubbio su questo, ma andremo fino in fondo. Nomi e cognomi, perché non credo che sarà solo uno“.