Durante la diretta di “Un giorno speciale”, Francesco Vergovich ha accolto con un caloroso benvenuto Massimo Fini, noto saggista e giornalista.
Il suo ultimo libro scritto insieme a Giancarlo Padovan, “Storia reazionaria del calcio. I cambiamenti della società vissuti attraverso il mondo del pallone “, è improntato sui “cambiamenti della società visti attraverso il calcio, che è uno specchio non marginale della società, quindi i cambiamenti non solo avvenuti nel gioco, ma nel modo di vedere il calcio. L’intrusione, sostanzialmente, non violenta della tecnologia e dell’economia nel calcio. La tecnologia e l’economia sono i demoni di oggi e, naturalmente, il calcio rispecchia queste cose“.
“Col VAR uno segna un goal, poi ci sono cinque minuti d’attesa per vedere se il VAR approva o no. Hai, per cui, l’esultanza dei tifosi non al momento del goal, ma dopo cinque minuti, quando sul campo non sta succedendo assolutamente niente” ha sottolineato il giornalista.
Parlando poi degli ultras di 78 società che hanno manifestato contro la deriva che sta prendendo il mondo calcistico, una manifestazione, come ha ricordato lo stesso Fini, “civilissima a Milano, sotto la sede della FIGC, al grido di ‘ridateci il calcio di una volta’, cioè le maglie dei calciatori da 1 a 11, l’arbitro in giacchetta nera, pochi stranieri, e via dicendo“.
“Mi sembrava una notizia. Io l’ho data e i giornali l’hanno ignorata, anche la Gazzetta dello Sport gli ha dato cinque righe, perché evidentemente disturbava il manovratore, il calcio” ha affermato Massimo Fini, aggiungendo che “il calcio oggi deve essere televisivo e deve avere questa enfiagione economica. Così, a furia di spremere la gallina dalle uova d’oro, come avevo previsto nel lontano 1982, il calcio andrà a morire perché diventerà uno spettacolino televisivo come tanti altri e perderà, alla fine, tutti i suoi connotati identitari che hanno fanno la fortuna per un secolo e passa di questo gioco. Finirà per overdose, come la nostra società“.