Torniamo al 30 gennaio 2020: tutto sta per cambiare ma nessuno lo sa ancora. Non è ancora arrivata la notifica OMS sul Covid, il virus è ancora uno spauracchio lontano.
Poi tutto cambia, ma non in Italia, cioè uno dei primi paesi coinvolti nella pandemia. Cosa ferma le notizie? Il fatto che dentro al Ministero della Salute nessuno sapesse tradurre il documento OMS.
La circolare viene così inoltrata a un’agenzia esterna, in Sardegna, dove però parte del personale è in settimana bianca. Alla fine si aspetta quasi un mese per avere la circolare completa dell’OMS che dichiara lo stato di emergenza.
Contestualmente, otto giorni prima accadeva un altro fatto interessante, come riporta il conduttore di report Sigfrido Ranucci.
“Uno studente cinese scrisse a Rezza, responsabile ISS, che poi inoltra tutto a Brusaferro. Sostanzialmente erano notizie di ciò che stava accadendo in Cina, gli manda documenti, li trascrive, manda filmati. Il ragazzo ha un osservatorio privilegiato: è uno studente, vive in Italia, ma il padre è medico a Wuhan.
Loro guardano questa documentazione, dicono possa essere attendibile. Poi però non fanno nulla“. Era il 22 gennaio. Non l’ultima delle incongruenze di quei giorni, visto che anche Magrini, responsabile Aifa, delle perplessità le aveva.
Parliamo del vaccino stavolta, e dei contratti sui quali quest’ultimo aveva qualcosa da ridire. Ci fu perfino da ridire nella commissione di vigilanza Rai quando Report sollevava problemi di trasparenza: accusavano proprio Ranucci di divulgare un “lungo compendio delle più irresponsabili tesi no vax“.
Ed ecco che, a tre anni esatti di distanza, si scopre che pure il più alto dei pareri della sanità italiana, le perplessità le aveva.
“In un dialogo tra Magrini e il capo gabinetto del Ministero della Salute vengono criticate aspramente le modalità con cui vengono siglati i contratti sui vaccini, perché si prevedeva che fino al 2024 non dovessero essere resi pubblici i dati sugli effetti nella popolazione. Viene criticato il contratto e il fatto che i dati non potessero essere usati in tribunale per i risarcimenti, gli stessi dubbi che ponemmo noi. Solo che noi venimmo chiamati complottisti“.
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